Scheda: Tema - Tipo: Amministrazione pubblica

Il Municipio nell'Ottocento

Nella seconda metà dell’800 il Consiglio comunale s’impegnò per trasformare la città in centro industriale. Parecchi furono i mutamenti al suo interno con l’ingresso di nuove forze.


Periodo di riferimento: XIX secolo

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  • sala 1899

Il Consiglio comunale della seconda metà dell’800 era composto da aristocratici e da alto e medio borghesi (imprenditori, banchieri, avvocati, alcuni giornalisti e artisti), più attenti alle questioni di rappresentanza i primi, più concretamente attivi i secondi; a fine secolo divenne considerevole la compagine cattolica, soprattutto con le elezioni del 1895, e quattro anni dopo anche i socialisti si affacciarono per la prima volta a Palazzo di Città.
Dopo le vibranti proteste per la repressione dei moti contro il trasferimento della capitale (i consiglieri rifiutarono pure di partecipare al successivo ballo di corte del gennaio 1865), l’assemblea fu determinante nello sviluppo della nuova città, ormai ex capitolina. La prima scelta importante fu quella di abbandonare i progetti di opere pubbliche monumentali per la capitale a favore di quelli per infrastrutture ed energia elettrica; edifici pubblici rimasti inutilizzati furono trasformati in stabilimenti industriali e fu chiesta la riduzione della quota di dazio che andava allo Stato. Il Consiglio fu altresì impegnato per l’edilizia popolare e per garantire la sicurezza, e si batté anche con forza, ma senza successo, affinché Vittorio Emanuele II fosse seppellito a Superga invece che a Roma (come invece fu), ritenendo questo un necessario riconoscimento per Torino. Come modesto risarcimento morale, fu realizzato un monumento al «gran re», in corso Vittorio Emanuele all'angolo con corso Re Umberto.

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