Scheda: Tema - Tipo: Economia e industria

Il "miracolo economico"

Nessuna Immagine

Nel giro di un ventennio Torino visse un dirompente sviluppo, trainato soprattutto dall’industria metalmeccanica (automobilistica) ma non solo. Si moltiplicò la produzione, aumentarono i salari e i consumi, ma allo stesso tempo non mancarono neppure i problemi.


Periodo di riferimento: XX secolo

Translate

Tag

  • sala 1961

Il «miracolo economico» non ebbe inizio in un giorno preciso, bensì fu qualcosa che apparve evidente a partire dalla metà degli anni ’50: all'origine di questa trasformazione, sia torinese che più in generale italiana, vi fu appunto l’industria meccanica (quella automobilistica in particolare).
L’industria manifatturiera assorbì il 64,8% di tutti gli addetti a industria e commercio, ma aumentarono pure le piccole aziende metalmeccaniche, di elettrodomestici e apparecchiature elettriche (molte, però, fornitrici della grande industria), nonché il piccolo commercio, sostenuto dall’aumento dei consumi. Rilevanti furono Michelin, Pirelli, Ceat (gomma), Westinghouse, Magnadyne, Indesit (elettrodomestici), Venchi unica, Wamar, Maggiora (alimentare), Salp (pellami).
La produzione di autoveicoli, veicoli industriali ed agricoli della Fiat decuplicò in vent’anni, e nel solo quinquennio 1960-65 i dipendenti salirono da 93 mila a 160 mila, per poi crescere ancora. Nonostante la politica dei bassi salari, in città le retribuzioni crebbero in modo sensibile rispetto al decennio precedente, e i consumi giunsero a superare del 18-19% la media nazionale.
Allo stesso tempo non mancarono però neppure gli aspetti negativi: il forte aumento della popolazione mutò in peggio l’aspetto della città, con il degrado del centro cittadino, le sopraelevazioni di vecchi stabili e la creazione di nuove squallide zone-dormitorio, cui si unirono tentativi di realizzare quartieri autosufficienti con infrastrutture proprie, come ad esempio la Falchera.

Temi correlati