Scheda: Tema - Tipo: Società e costume

La popolazione torinese nel Novecento

Per tutto il secolo la popolazione di Torino aumentò costantemente, con la sola, tragica, parentesi degli anni della Seconda guerra mondiale. Ragione di questa crescita continua fu soprattutto l’immigrazione.


Periodo di riferimento: XX secolo

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  • sala 1961

Nel 1914 a Torino gli abitanti erano un po'di più di 456.400, oltre 483.000 l’anno successivo, più di 525.000 nel 1916. Stando ai dati ufficiali, l’incremento nei quattro anni di guerra fu del 15% (oltre 68.000 persone), ma si stima che vi fossero anche circa 38.000 altre persone non censite.
Tra 1920 e 1939 Torino crebbe di circa 10.000 persone l’anno, da 500 a 700 mila abitanti, grazie agli immigrati giunti in città per cercare un lavoro; di questi il 30% proveniva dalla provincia e il 50% dal resto dell’Italia del Nord. A causa della scarsa disponibilità economica essi andavano a vivere in borghi periferici e barriere, dove si svilupparono inedite forme di associazione, circoli, società di mutuo soccorso, cooperative, gruppi teatrali, bocciofile e altri elementi della nascente cultura operaia.
La popolazione diminuì drasticamente durante la Seconda guerra mondiale, quando quasi metà degli abitanti sfollò, e numerosissime furono le vittime civili causate dai bombardamenti, dalle deteriorate condizioni di vita e dall’assenza di riscaldamento e cibo. Solo in seguito alla Liberazione la città tornò a crescere anche dal punto di vista demografico.
Seguirono poi gli anni del boom economico, della grande industria (+30.000 posti annui ca.) e dell’immigrazione dalle regioni del Sud. Tra 1951 e 1962 la popolazione di Torino passò da 725.000 a un milione e 116.000; di questi nuovi abitanti circa la metà proveniva dal Meridione, meno di un terzo dal Piemonte, e i torinesi nati in città scesero al 32%.
Sino al 1973 aumentò pure la natalità (picco massimo nel 1971), poi scesa di nuovo alla fine del decennio e crollata in quello successivo.

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