Scheda: Tema - Tipo: Società e costume

Abitare in città: quartieri e popolazione nel Settecento

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Nel corso del XVIII secolo la popolazione torinese fu in continuo aumento e la pressione abitativa si fece sentire tra le mura.


Periodo di riferimento: XVIII secolo

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  • sala 1735

A Torino gli abitanti passarono dai poco più di 30000 d’inizio Settecento agli oltre 70000 di fine secolo, crescita assai maggiore di quella delle altre città europee. Gli affitti erano alti, non c’era più spazio per costruire fra le mura e in centro s’alzarono le case di un piano; acquistare immobili divenne un ottimo investimento. Tranne che per pochissime famiglie aristocratiche, che possedevano interi palazzi, tra i proprietari si diffuse l’uso d’abitare il «piano nobile» e affittare i piani alti.

La città era divisa in quattro aree: Città vecchia, Città nuova, Contrada di Po e Contrada di Porta Susina e in «isole» (isolati), ciascuna contraddistinta dal nome di un santo, quest’ultima indicazione era usata per gli indirizzi. Le vie del centro erano strette e, oltre alla «zona di comando» di piazza Castello, vi erano 32 isole, densamente abitate e a vocazione commerciale. L’area verso Porta Nuova aveva soprattutto strade ariose e sontuosi palazzi di ricchi. Verso Po, dove c’erano parecchi mercati, abitavano principalmente i borghesi e qui si ebbe il maggior incremento demografico. Nella zona più recente, intorno a via Dora Grossa, ora via Garibaldi, botteghe e commerci all'ingrosso s'alternavano a dimore signorili, che erano in aumento, e case di dipendenti pubblici.

Fuori delle mura, vicino ai fiumi sorgevano i due borghi manifatturieri di Po e di Dora, detto anche «del Pallone», che aggiungevano rispettivamente poco meno di 2000 e circa 3000 abitanti alla città.