Scheda: Tema - Tipo: Istituzioni civili, militari e religiose

Le minoranze religiose - Gli ebrei

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Dopo la breve stagione di libertà sotto i Francesi e le chiusure della Restaurazione, lo Statuto Albertino garantì alle minoranze religiose nuove ed ampie libertà. L’«emancipazione» fu concessa agli ebrei con tre decreti.


Periodo di riferimento: XIX secolo

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  • sala 1808

 

Con specifici decreti legati allo Statuto, nel 1848 i culti non cattolici divennero «consentiti», con la possibilità di esercitare i propri riti e con pieni diritti civili e religiosi per i loro adepti. La religione cattolica rimase però culto ufficiale del Regno.

La concessione di tali diritti  fu sostenuta da un vasto movimento di opinione con Roberto d’Azeglio come esponente di spicco oltre che da molte personalità, fra cui Cavour, e anche dai preti cattolici.

I diritti degli ebrei furono riconosciuti con tre decreti (marzo-giugno 1848) su diritti civili, acceso a carriera accademica e ammissione alla leva militare, diritti politici e d’accesso alle cariche civili e militari; fu abolito il Ghetto (che si trovava fra le vie Maria Vittoria, Des Ambrois, San Francesco da Paola e Accademia Albertina).

La parificazione con gli altri sudditi fece perdere importanza ad antiche tradizioni rimaste vive nella comunità proprio per il suo isolamento; le nuove generazioni crebbero con valori differenti anche se continuarono a considerare importanti le reti familiari e le competenze tradizionali. Furono imprenditori, banchieri, docenti universitari, talora legati ai nuovi ideali libertari (poi socialisti). I matrimoni, però, continuarono ad avvenire quasi solo nella Comunità.