Scheda: Tema - Tipo: Società e costume

Tra le guerre

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L'euforia per la pace nel 1918 durò poco, e ben presto in città presero il sopravvento i problemi: smobilitazione, riconversione industriale, caroviveri, proteste, prima popolari e poi operaie, e infine la contrapposizione con i Fasci di combattimento.


Periodo di riferimento: 1919 - 1931

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  • sala 1922

Le tensioni economiche successive alla Prima guerra mondiale, che interessarono i ceti popolari e gli operai, sfociarono nel cosiddetto "Biennio rosso": numerosi furono gli scioperi, i licenziamenti e le occupazioni di fabbriche, culminate con la clamorosa autogestione operaia della Fiat del settembre 1920, durata circa un mese.
Le elezioni politiche del novembre 1919 diedero in città oltre il 60% ai socialisti, seguiti da popolari e liberali, mentre le amministrative dell’anno dopo, tenutesi fra gli scioperi, videro vittoriosi i «costituzionali» (liberali e popolari), tra bassa affluenza al voto e varie accuse di brogli.
Nel frattempo, nella primavera del 1919, vi era stata la nascita in città del Fascio di combattimento, prima con pochi aderenti e poi via via sempre più consistente, potente e violento contro gli operai. Nell’aprile 1921 fu data alle fiamme la Camera del lavoro, e il movimento fascista divenne una realtà conosciuta anche a Torino. Nell’ottobre 1922 la violenza dilagava, ma non vi furono le previste «azioni» concomitanti alla marcia su Roma. Fu però nuovamente incendiata la Camera del lavoro, insieme alla sede del giornale "Ordine nuovo", e tra il 18 e il 20 dicembre si ebbe la «strage di Torino»: una rappresaglia in Barriera di Nizza e Borgo San Palo con saccheggi, incendi e undici morti. Iniziava così il Fascismo.

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