Scheda: Tema - Tipo: Politica

Torino non più capitale

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La fine del rango di capitale comportò per Torino la perdita di impieghi e fonti di ricchezza, obbligandola a ripensare e ridisegnare la propria identità.


Inizio: 1864

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  • sala 1899

Il trasferimento della capitale (nel 1864 a Firenze e nel 1871 a Roma) segnò l’inizio di anni difficili per Torino.
Con il proprio ruolo nel Regno d'Italia, la città non aveva perso soltanto rango e prestigio, ma anche posti di lavoro (negli uffici pubblici come nelle attività per la corte), risorse economiche (di nobili e benestanti che si trasferivano) e centralità. Nel giro di un anno oltre 32.000 dei suoi 224.000 abitanti lasciarono la città, e l’emorragia sarebbe continuata negli anni seguenti.

L’aula del Parlamento italiano appositamente allestita in una nuova ala di Palazzo Carignano (dove il piccolo Parlamento subalpino non era più sufficiente a contenere i rappresentanti dell’intera nazione), fu terminata quando ormai la capitale era stata trasferita, rimanendo così vuota. Alla costruzione di un nuovo futuro per la città contribuì soprattutto il Consiglio comunale, che ottenne un cospicuo risarcimento per la perdita subita (1.067.000 lire annue concesse dal ministro Quintino Sella per progetti di riconversione) e si adoperò per fare di Torino un centro della modernità e dell’industria nell’Italia unita.