Scheda: Tema - Tipo: Cultura e istruzione

La "prima storia della città" di Pingone e la Grande Galleria di Zuccari

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Per Torino diventare capitale del ducato significò anche diventare centro delle arti, fra pittori di fama internazionale, collezionismo dei duchi e prima Storia della città.


Periodo di riferimento: XVI secolo - XVII secolo

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  • sala 1580

Anche se, inizialmente, le priorità del ducato furono diverse, difesa soprattutto, nella Torino diventata capitale fiorirono le arti.

Alla corte di Emanuele Filiberto operarono artisti come Giacomo Vighi «l’Argenta» e svariati fiamminghi, ebbe inizio la collezione da cui sarebbe nata l’Armeria Reale e si intrapresero lavori d’abbellimento dei giardini con serre, citroniera, voliera e fontane.

Tra i letterati un ruolo primario va a Emanuele Filiberto Pingone al quale fu affidata la stesura d’una genealogia sabauda ove si millantavano fantasiose origini, e autore di Augusta Taurinorum (1577), la prima storia della città arricchita dalla pianta del fiammingo Giovanni Caracca (o Carracha).

Carlo Emanuele I fu attento collezionista, affidò incarichi ad alcuni tra i maggiori artisti del tempo (Dürer, Raffaello, Michelangelo, Correggio), promosse opere architettoniche, raccolse libri illustrati e decorati; e quest'attenzione complessiva fece si che anche in città fiorissero botteghe d’arte. Per le sue collezioni, il duca volle la Grande Galleria (che collegava Palazzo Reale a Palazzo Madama e distrutta nell’incendio del 1659), che affidò al pittore urbinate Federico Zuccari.

La musica non fu oggetto di particolare attenzione al tempo di Emanuele Filiberto, ma sotto Carlo Emanuele I venne sostenuta come strumento di rappresentanza e prestigio oltre che  espressione artistica.