L'impegno sociale della cultura
Nella seconda metà dell’Ottocento i letterati torinese vissero un periodo di forte impegno sociale, anche se non mancarono gli esponenti di una letteratura di stampo più prettamente romantico.
La cultura letteraria cittadina della seconda metà del XIX secolo visse due differenti stagioni: ad una prima fase di impegno politico ed unitario, nella quale forte era stata l'influenza del Positivismo, ne seguì una seconda di maggiore chiusura e reclusione in se stessa.
Sensibili all’impegno sociale furono gli esponenti dell’avanguardia poetica preromantica, tra cui gli scapigliati Iginio Ugo Tarchetti, Giovanni Faldella e Giovanni Camerana, nonchè quelli dell’idea storica, attivi su riviste specializzate, e quelli della narrativa pedagogica, storica e sociale, tra i quali vanno ricordati Massimo d’Azeglio, Angelo Brofferio e Vittorio Bersezio. Grande interesse suscitarono le nuove tematiche sociologiche, psico-antropologiche ed economiche di impronta positivista, basti pensare a Volere è potere di Michele Lessona, e per quelle pedagogico-formative, che si ritrovano in Cuore di De Amicis, ma anche negli eroi di Salgari, benchè romantici e separati della realtà del tempo.
Bibliografia
- Marziano Guglielminetti, Le scuole di poesia, in Umberto Levra (a cura di), Storia di Torino. Da capitale politica a capitale industriale (1864-1915), Vol. VII, Einaudi, Torino 2001, pp. 885-928
- Giuseppe Zaccaria, La narrativa pedagogica, storica, sociale, in Umberto Levra (a cura di), Storia di Torino. Da capitale politica a capitale industriale (1864-1915), Vol. VII, Einaudi, Torino 2001, pp. 929-959
- Giuseppe Zaccaria, Le riviste e l'idea di letteratura, in Umberto Levra (a cura di), Storia di Torino. Da capitale politica a capitale industriale (1864-1915), Vol. VII, Einaudi, Torino 2001, pp. 961-975