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1536

Porta d'Italia

Negli anni delle ‘guerre d’Italia’ fra Francesi e Imperiali si susseguono i passaggi degli eserciti dei re di Francia, ospitati nel castello di Torino (Luigi XII nel 1507, Francesco I nel 1515). Per contrastare le mire francesi che avevano ottenuto lo scorporo dalla diocesi di Torino da Saluzzo, eretta in vescovato nel 1511, il duca Carlo II e il vescovo Giovanni Francesco della Rovere nel 1513 riescono a far promuovere dal papa Torino a sede arcivescovile. Dal punto di vista militare il duca fa costruire quattro bastioni agli angoli della cinta muraria e un baluardo davanti al castello. Ciò nonostante, i Francesi nel 1536 occupano Torino con una certa facilità, bene accolti dagli abitanti, mentre il duca e la corte si ritirano a Vercelli. In seguito i Francesi provvedono tuttavia al rafforzamento della piazza, facendo radere al suolo i borghi fuori le mura che impediscono il tiro delle artiglierie. Scompaiono così i borghi di porta Segusina, di porta Dora e di Po e le chiese suburbane, fra cui l’antica abbazia di San Solutore.

Nel 1538 il Piemonte sabaudo viene annesso al Regno di Francia e nel 1539 Francesco I istituisce a Torino un Parlamento e la Corte dei Conti, sul modello delle capitali provinciali francesi, ma l’università è temporaneamente soppressa.

Nel 1548 il re Enrico II entra trionfalmente in città, ora governata da un viceré. Solo nel dicembre 1562 i Francesi lasciano la città: nel febbraio 1563 entra il duca Emanuele Filiberto prendendo residenza nel palazzo dell’arcivescovo. Sotto i Francesi la città conosce comunque un ulteriore impulso economico e demografico – anche se le 10-12000 unità sono superate solo con il ritorno dei Savoia e con il successivo organizzarsi della corte – mantenendo il suo primato politico e amministrativo in Piemonte, favorito dalla posizione stradale che contribuisce allo sviluppo delle sue strutture ricettive: in questo periodo si contano oltre una cinquantina fra alberghi e taverne e alcuni albergatori raggiungono un rango elevato, come i titolari dell’albergo del Cappel Rosso, situato presso il centralissimo incrocio di via Garibaldi con via Porta Palatina e dotato di 14 letti e di una cantina di cinque botti. Alla prima metà del Cinquecento si può far risalire anche la sistemazione dell’albergo della Corona Grossa (l’edificio è tuttora esistente in via IV Marzo), attestato nel 1523 come Hospicium Corone.

Renato Bordone

Galleria

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Casa Broglia (già Albergo della Corona Grossa). Fotografia di Plinio Martelli, 2010. © MuseoTorino

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Casa Broglia (già Albergo della Corona Grossa). Fotografia di Paolo Gonella, 2010. © MuseoTorino

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Casa Broglia (già Albergo della Corona Grossa). Fotografia di Marco Saroldi, 2010. © MuseoTorino

Temi ed Eventi

Arrivano i Francesi

Dal 1536 al 1559 Torino visse sotto il dominio francese. Fu un’epoca contraddistinta soprattutto da concordia e buona amministrazione anche se non mancarono motivi di contrasto.

Soggetti

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Francesco Paciotto (Urbino 1521 - 1591)

Ingegnere militare attivo nella “scuola” di Emanuele Filiberto. Famoso in tutta Europa, realizza la Cittadella di Torino.

Andrea Provana (Castello di Leynì 1511 - Nizza 1590)

Uomo d'armi. Combattè al fianco di Emanuele Filiberto a Nizza (1553). Nel 1557 fu nominato governatore di Villafranca, ma nel 1559 decise di dar vita a una flotta da guerra per combattere contro i pirati e i turchi, contribuendo anche alla vittoria di Lepanto (1571). Nel 1573 fu ammiraglio dell'Ordine Marinarocavalleresco derivato dall'unificazione degli Ordini di San Lazzaro e Mauriziano.