Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Mulino del Villaretto

Attualmente di proprietà privata e adibito ad uso residenziale, l’edificio del Mulino, a due piani fuori terra, conserva l’antica pianta a corpo unico di fabbrica, nonostante le successive ristrutturazioni.


Indirizzo: Lat: 45.124701 Long: 7.690885

Costruzione: 1494

Rifacimento: 1790
Opere di riparazione

Categorie

  • mulino | cascina

Il Mulino del Villaretto conserva traccia dell’antico uso solamente nella planimetria, con un unico corpo di fabbrica e due piani fuori terra. Di proprietà privata, è adibito ad uso residenziale.

Inserito fino a pochi decenni fa in un sistema idrico complesso, costituito dal fiume Stura, le sorgenti della Bellacomba e del Rochero, e diverse bealere ad uso principalmente irriguo, si trova attualmente nell’area circostante la discarica Basse di Stura.

 

Nei terreni Oltre Stura tra gli anni 1445 e 1464 si consolidano i possedimenti dei fratelli Ranotti nell’area conosciuta già allora con il nome di Villaretto.

Dei possedimenti quattrocenteschi dei Ranotti si riconoscono inoltre ancora la cascina Ranotta al di qua della Stura e due oltre il fiume.

A conferma del predominio della famiglia sulle due sponde della Stura e del controllo del passaggio sul torrente, nel 1485 a Berto Ranotto è concessa la gestione in affitto delle imbarcazioni per l’attraversamento del fiume.

Nel 1489 Oberto Ranotti chiede la licenza al Comune per costruire un mulino a una ruota nelle sue proprietà. Tre anni dopo una delegazione della Città di Torino esamina la richiesta e concede il permesso di costruzione, in considerazione del fatto che il mulino più comodo per la popolazione di  tale area era quello dell’abbazia di San Giacomo.

Nel 1494 la licenza sembra trovare un’opposizione da parte del Comune e pertanto Ranotto rivolge una supplica direttamente ai Savoia, ricevendo un definitivo assenso dalla duchessa Bianca di Savoia. La patente viene confermata in seguito dai duchi Filippo nel 1496 e Filiberto nel 1497. Il mulino può essere perciò ultimato, con una struttura a due ruote.

La famiglia Ranotti possiede, almeno a partire dal 1518, un patto di conduzione (enfiteusi) della durata di 29 anni per la gestione e la manutenzione del mulino, per conto della città. Alla ruota del mulino, si erano nel frattempo aggiunti un battitore di canapa e una pista di riso e miglio, come attesta il Registro Catastale del 1523, conservato presso l’Archivio Storico della Città di Torino e pubblicato sul secondo volume, relativo a Mappe e Regolamenti, di Forma Urbana (a cura di Augusto Cavallari Murat, Torino, 1968).

Il mulino rimane in affitto ai Ranotti, grazie a successive concessioni, fino alla metà del ‘600, quando, a seguito di una lite con il Comune, gli eredi dell’auditore Agostino Ranotto, cioè dell’affittuario del mulino e battitore del Villaretto, chiedono che venga annullata l’enfiteusi.

I documenti attestano la transazione di vendita tra i signori Ranotti e la città di Torino nel 1676.

In due disegni, databili alla seconda metà del Seicento e conservati nell’Archivio Storico della Città di Torino, il mulino è rappresentato in muratura, a due ruote e con un canale per lo scarico delle acque. Il mulino era inserito infatti in un sistema idrico complesso, che non permetteva però l’approvvigionamento dell’acqua al mulino durante tutti i mesi dell’anno. Si conservano, infatti, diversi documenti che testimoniano continue liti per lo sfruttamento dell’acqua, che nella zona Oltre Stura aveva un uso principalmente agricolo.

Nel 1770 l’architetto Riccati stende pertanto una relazione sulle opere da eseguire per evitare che l’acqua impedisca il movimento delle ruote dei molini, ma il progetto non risolve i problemi di rifornimento energetico del mulino, che derivano sia dalla mancanza sia dalla sovrabbondanza d’acqua, nei diversi periodi dell’anno. I successivi documenti d’archivio testimoniano, infatti, il perdurare delle liti.

L’architetto Amedeo Grossi nel 1790 descrive ma non rileva i «MOLINI del VILLARETTO alla sinistra del fiume Stura distanti due miglia e mezzo da Torino».

Il Colonnario territoriale allegato al Catasto Gatti del 1820 censisce una casa ad uso del mulino a tre ruote, un’aia, prati, orti e tratti di canali di proprietà della Città di Torino.

L’Elenco dei nomi dei proprietari delle cascine, ville e fabbriche designate sulla carta topografica della città, territorio di Torino e suoi contorni redatto dal geometra Antonio Rabbini conferma le informazioni precedenti.

Non si segnalano variazioni planimetriche significative fino al cessare delle attività e alla conseguente dismissione delle ruote; la perdita completa dell’antica funzione e la cessione della struttura a privati ha comportato un pesante rimaneggiamento dell’edificio, ormai completamente irriconoscibile come mulino. Ristrutturato ad uso residenziale, dell’architettura originaria il fabbricato conserva solamente la pianta.

 

Fonti Archivistiche

  • Carta Topografica della Caccia, 1760-1766, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 15 A VI Rosso
  • Carlo Bosio , Corso del Fiume Stura e suoi brachj, principiando dal porto della Città, sino all’imbocco del fiume Po, sotto al Parco, con la dessignazione e quantità de’ beni di cadun Particolare, che doverebbero concorre nelle spese per tenere detto fiume del suo letto, 1768, Archivio Storico della Città di Torino, Tipi e Disegni, TD rot.12.A
  • Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
  • Carta dei Distretti riservati per le Regie Cacce divisa in sette parti, 1816, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte Topografiche per A e B, Torino, Torino 26
  • Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 33
  • Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez. 33, art. 1248
  • Antonio Rabbini, Topografia della Città e Territorio di Torino, 1840, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1803
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, Torino
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11

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  • MuseoTorino