Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Ex stabilimento INCET

In quest’area si trovavano gli stabilimenti della INCET, fabbrica di cavi elettrici, attiva dal 1888. Dopo i bombardamenti del 1943 e del 1944 parte delle lavorazioni vennero trasferite a Bussoleno. L’area è parzialmente occupata dalla Facit mentre oltre quattromila metri quadrati degli ex capannoni INCET sono stati completamente riqualificati (2009 - 2015).


Indirizzo: Lat: 45.0900617 Long: 7.6854627

Costruzione: 1888

Bombardamento: 08 Dicembre 1942

Bombardamento: 04 Febbraio 1943

Bombardamento: 13 Luglio 1943

Trasformazione: 2009 - 2015

Categorie

  • bombardamento | fabbrica

Tag

  • bombardamenti | trasform

01. Il sito

L’isolato ex INCET compreso tra le vie Cigna (a ovest), Cervino (a nord), Banfo (a est) e corso Vigevano (a sud), collocato nella zona sud ovest della città era caratterizzato dalla presenza di un importante complesso industriale, edificato a partire dall’ultimo decennio del XIX secolo Era la sede della Società Anonima Ing. Virginio Tedeschi (fabbrica di cavi elettrici), che successivamente si impose come una delle principali attività ausiliarie della nascente industria dell’automobile.

02. Bombardamenti

L'edificio, che occupava l'isolato limitato dalla ex via Montebianco (ora via Banfo), via Valprato, corso Vigevano e via Cigna, fu bombardato almeno tre volte nei giorni 8 dicembre 1942, 4 febbraio 1943 e 13 luglio 1943. Si trattò di tre bombardamenti notturni effettuati dalla RAF con bombe di grosso e grossissimo calibro. Una parte dell'isolato fu sinistrata e una parzialmente distrutta. I danni riguardarono tutti e tre i piani che componevano l'edificio.

Anche l'edificio del 1940 ai civici 14 A e B di via Monte Bianco, sempre di pertinenza della INCET (servizi ausiliari) fu colpito da bombe incendiaria e dirompente il 13 luglio 1943, riportando danni alle volte, ai muri, al tetto, alle chiasislerie. Nell'aprile 1945, però, si era già provveduto a un totale ripristino della struttura.

03. Le trasformazioni

A seguito della dismissione avvenuta nel 1968, il sito rimase in una condizione di sostanziale abbandono che si è protratta fino ad inizio 2009, tranne alcune parti dell'area che erano già state sottoposte ad interventi di recupero: gli edifici che si affacciano su via Cigna e parte di via Cervino ospitano gli uffici e gli spazi commerciali dei magazzini dell’abbigliamento FACIT e quelli collocati su corso Vigevano sono stati demoliti e sostituiti con nuovi edifici residenziali. La riconversione del sito dall’originaria destinazione industriale ha imposto complesse operazioni preventive di smaltimento e messa in sicurezza dal punto di vista ambientale alle quali si è sovrapposta la necessità di interventi di recupero e consolidamento degli edifici preesistenti.

Lungo il fronte prospiciente via Banfo è stata realizzata la nuova sede zonale del Comando dei Carabinieri conservando la facciata storica dell’edificio sulla via. La caserma, a tre piani fuori terra, è organizzata secondo tre zone funzionali: nella parte est del piano terreno tutte le funzioni pubbliche; nella parte ovest del medesimo piano i servizi logistici comuni per il personale operante e/o residente; ai piani superiori gli spazi residenziali. L’edificio ha una superficie lorda pavimentata di circa 2.500 mq, a corredo della quale sono previsti ulteriori spazi tecnici e di servizio (al piano interrato e nel sottotetto) e due autorimesse a raso (per i mezzi di servizio nel cortile interno e per quelli privati dei residenti con accesso indipendente da strada).La nuova Stazione dei Carabinieri, che ospita il reparto prima operativo in Largo Giulio Cesare 100, è attiva da giugno 2014.

Nei capannoni  ubicati al centro dell’isolato è stata realizzata l’area per un centro polifunzionale di servizi integrati per la collettività. Il centro polifunzionale ha come obiettivo quello di rispondere alla crescente domanda di spazi pubblici e funzioni metropolitane proveniente dal quartiere. Il complesso di capannoni industriali destinato ad ospitarlo occupa una superficie complessiva di circa 5000 mq e si articola su tre maniche parallele e completate su entrambe le testate da corpi di fabbrica che fungono da elemento unificante. Stante il rilevante interesse architettonico rivestito dall’intero complesso, con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, si è sviluppato l’intento di salvaguardare il valore testimoniale dell’organismo edilizio, rappresentativo dell’edilizia industriale di inizio novecento. Sarà quindi conservata l’originaria volumetria riproponendone i fronti architettonici e la configurazione  strutturale. Il centro polifunzionale ospiterà, sul fronte sud, una serie di spazi destinati a servizi per lo sviluppo di impresa, mentre nei due piani della manica est saranno insediati servizi per la collettività, da individuare tramite bando pubblico per la gestione, che comprenderanno anche alcuni spazi destinabili al culto di confessioni religiose minoritarie recentemente consolidatesi sul territorio. E’ stata prevista una ripartizione flessibile dei locali, articolati in otto nuclei accorpabili all’occorrenza in funzione delle esigenze della futura utenza. Sono stati previsti due nuovi corpi scala/ascensori, che saranno inseriti all’interno del volume esistente. La manica centrale sarà convertita a piazza interna, parzialmente coperta e si connoterà come fulcro dell’intero centro quale spazio di incontro e di scambio. La testata nord del complesso (lato via Cervino), insieme a parte degli spazi interrati già esistenti, ospiterà parte degli spazi tecnici ed accessori necessari ai servizi insediati. Dal progetto resterà esclusa la sola manica ovest, per la quale la civica Amministrazione intende demandare il recupero a interventi di iniziativa privata. A completamento dei lavori è previsto un intervento di risistemazione complessiva delle aree esterne antistanti i fabbricati, che interesserà una superficie fondiaria di circa 11.000 mq. che comprende la fascia compresa tra la caserma e i capannoni, le aree immediatamente antistanti (fino alla cortina di edifici residenziali su corso Vigevano) e quella lungo via Cigna adiacente i magazzini FACIT. La sistemazione prevede la realizzazione di numerosi parcheggi a raso, la formazione di nuove aree a verde e la creazione di una nuova viabilità interna al lotto, pedonale e veicolare, comprendente i necessari spazi connettivi tra le diverse realtà compresenti (da www.comune.torino.it/urbanbarriere).

Bibliografia

Fonti Archivistiche

  • ASCT fondo danni di guerra, inv. 1725, cart. 36, fasc. 31, n. ord. 4
  • ASCT fondo danni di guerra, inv. 1731, cart. 36, fasc. 37, n. ord. 1

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Ente Responsabile

  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà
  • MuseoTorino