Scheda: Luogo - Tipo: Monumenti, lapidi e fontane

Luci d'Artista Rebecca Horn "Piccoli spiriti blu"

Piccoli spiriti blu è opera di Rebecca Horn, creata nel 1999 per Luci d’Artista: l’energia impalpabile del luogo è resa con una serie di anelli trasparenti e luminosi che galleggiano intorno all’edificio avvolto da una luce azzurra.

 


Indirizzo: Lat: 45.06014411339078 Long: 7.697440185584128

Realizzazione: 1999
Nell'edizione di Luci d'Artista 1999/2000 è collocata intorno alla chiesa della Gran Madre

Inaugurazione: 20 Novembre 1999

Variazione: 2000
Dal 2000 collocazione permanente intorno alla chiesa di Santa Maria del Monte dei Cappuccini

01 Piccoli spiriti blu

Una moltitudine di cerchi illuminati, di diverse dimensioni, posizionati tutto intorno alla chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini creano un'intensa suggestione luminosa che si moltiplica grazie alle nuvole basse e alle nebbie che si addensano sul fiume, un alone azzurro violaceo circonda l'edificio che diviene una presenza magica, surreale. Piccoli spiriti blu entra nella collezione di Luci d’Artista in occasione della sua seconda edizione del 1999/2000 insieme alle opere di Daniel Buren e Gilberto Zorio.  
Per il suo primo allestimento, Rebecca Horn lavora su piazza della Gran Madre, la cui semplice architettura, risalente ai primi anni dell’Ottocento, e l’imponente chiesa a pianta circolare sono coinvolte in un sistema luminoso di grande impatto scenografico. I volumi neoclassici della Gran Madre di Dio vengono illuminati nelle tonalità del rosa e del blu e avvolti da un nugolo di anelli luminosi che si sollevano dalla terra e dal fiume. Una luce verde illumina i limiti solidi della piazza, facciate e pavimentazione, creando uno sfondo uniforme e contrastato; il monumento a Vittorio Emanuele I, fronteggiante il pronao neoclassico della chiesa, anch’esso in verde, armonizza la visione complessiva trasformandosi, se così si può dire, in elemento di equilibrio tra le tonalità. Dall’anno successivo Piccoli Spiriti Blu sale sul Monte dei Cappuccini ed è abbracciata alla chiesa di Santa Maria del Monte. L’opera gravita sui due lati della chiesa, prolungandosi sino alla torretta del Museo della Montagna che occupa un’ala del ex convento dei Cappuccini. Per questo nuovo allestimento, Rebecca Horn ripropone un’illuminazione scenografica dell’edificio nelle stesse tonalità dell’azzurro con accenti rosa già individuate nella prima edizione. L’effetto è quello di un’architettura disegnata all’acquerello, un’architettura che avvalendosi della diversa rifrazione della luce sui materiali costruttivi dell’edificio, ha sue partiture e ritmi, sue ombre e luci. La chiesa è circondata da una nube di anelli che, in un luccichio madreperlaceo, si stagliano contro il cielo nero della notte e contro il fondale architettonico, risalendo verso la sommità del tamburo (1)

 

02 Luci d’Artista

Luci d’Artista è una manifestazione nata nel 1998 da un progetto di illuminazione pubblica realizzata in occasione delle festività natalizie. In seguito al successo ottenuto nel 1997 con il Presepe di Emanuele Luzzati in piazza Carlo Felice, la Città di Torino ha esteso l’iniziativa a diverse piazze e vie del capoluogo subalpino. Sono stati invitati artisti italiani e stranieri per interpretare le illuminazioni non come semplici decorazioni ma come opere d'arte, dando vita a un grande evento culturale, a un percorso espositivo d’arte contemporanea che, con l’impiego della luce, coniuga arte a paesaggio urbano e favorisce l’incontro tra il grande pubblico e la creazione artistica. La rassegna è in continua evoluzione: aumenta il numero degli artisti coinvolti, cambiano le vie e le piazze che ospitano le opere per creare uno spettacolo sempre nuovo e diverso di illuminazione scenografica della città.

 

03 Rebecca Horn (Michelstadt, Germania, 1944)

“Rebecca Horn studia presso la Hochschule für Bildende Künste di Amburgo. Nel 1968 a causa di un’affezione polmonare, che la obbliga a rinunciare all’uso di alcuni materiali, e a seguito di un periodo di convalescenza presso un sanatorio, inizia scrivere e poi a lavorare a opere scultoree che hanno come soggetto il corpo umano e il senso di isolamento e vulnerabilità. Dopo una breve permanenza a Londra nel 1971, fu invitata a partecipare alla manifestazione Documenta di Kassel, occasione durante la quale mise in scena su vasta scala le sue prestazioni pubbliche. Spostatasi a Berlino Ovest nel 1973, la Horn tenne la sua prima Mostra personale presso la Galerie René Block. A partire dagli anni Settanta, dopo aver realizzato alcuni video dedicati al suo lavoro artistico e il suo primo cortometraggio dal titolo Berlin Exercises: Dreaming Under Water, che vinse il Deutscher Kritiker Preis del 1975, si dedica alla realizzazione di tre film: Der Eintänzer del 1978, La Ferdinanda: Sonata for a Medici Villa del 1981 e Buster’s Bedroom del 1990. Mentre nelle sue prime performance d’estensioni corporali, la Horn esplora l'equilibrio fra corpo e spazio, nelle opere successive sostituisce il corpo umano con sculture cinetiche in movimento, opere che definiscono e tagliano gli spazi con il riflesso di specchi, luce e musica. Per le sue installazioni utilizza violini, valigie, bastoni e bacchette, pianoforti, piume, metronomi, martelletti metallici, bacinelle d'acque nere, trafilatrici a spirale e imbuti di grandi dimensioni, oggetti che acquistano significati diversi dalla loro materialità, utilizzati in metafore sempre mutevoli riferite a immagini mitiche, storiche, letterarie e spirituali. Alcune di queste macchine escono dai suoi film, si tratta di The Feathered Prison Fan in Der Eintänzer o The Peacock Machine in La Ferdinanda. Negli Anni Ottanta e Novanta imponenti sculture cinetiche sono collocate in luoghi di grande significato storico-politico, cercando di coniugare espressione artistica, spazio fisico, memoria dell’ambiente. È il caso Tower of the Nameless installata a Vienna nel 1994, di Concert in Reverse del 1997 a Monaco, dove un’antica torre municipale si trasforma in un luogo d’esecuzioni del Terzo Reich, di Mirror of the Night del 1998 che utilizza una sinagoga abbandonata di Colonia e Concert for Buchenwald allestita a Weimar nel 1999, nella quale 40 metri di pareti di cenere rappresentano una sorta di archivio della pietrificazione. Nelle opere più recenti il tema dell’energia corporea, sviluppato sin dagli anni Settanta in Rebecca Horn, si evolve in installazioni che affrontano il tema dell’energia incorporea dei luoghi, dei flussi magnetici dello spazio. Di questo ciclo d’installazioni spaziali e luminose fanno parte le opere High Moon del 1991 per New York, El Rio de la Luna del 1992 per Barcellona, Light Imprisoned in the Belly of the Whale del 2002, Moon Mirror del 2003 e Spiriti di Madreperla del 2002 per Piazza del Plebiscito a Napoli. In quest’ultima, una serie di anelli lucenti sospesi nel cielo notturno e 333 teschi in ghisa che sembrano emersi dal selciato della piazza delineano il campo energetico della piazza (…)”. (2)

 

Note

(1) da: http://www.comune.torino.it/papum/user.php?context=opere&submitAction=dettaglio&ID_opera=M141

(2) da:  http://www.comune.torino.it/papum/user.php?context=opere&submitAction=autore&autore=Horn%20Rebecca per la bibliografia si veda: http://www.comune.torino.it/papum/pdf/HORN.pdf

 

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