Scheda: Luogo - Tipo: Isolato

Case per i “mastri fabbricatori di stoffe d’oro, argento e seta”

Avviato dall’Università dei tessitori, lo stabile costruito tra piazza Cavour, via Giolitti e via S. Massimo, fu completato sul finire del Settecento dai Padri Trinitari Scalzi di San Michele che destinarono una parte del cantiere alla loro chiesa con l’annesso convento. Divenuto proprietà del Comune di Torino e destinato all’edilizia residenziale pubblica, il complesso è coinvolto in un’iniziativa per favorire forme di solidarietà nei rapporti di vicinato.


Indirizzo: Lat: 45.06400790997892 Long: 7.689700126647949

Costruzione: 1781

Categorie

  • edilizia popolare | abitazione | isolato

Dopo il mancato adempimento del progetto voluto dal re di Sardegna Vittorio Amedeo III (1725-1796) per la costruzione di un’apposita sede su piazza Carlo Emanuele II, nel 1781 l’Università dei ‘mastri fabbricatori di stoffe d’oro, argento e seta’ fu agevolata nell’acquisto di un terreno fra l’attuale piazza Cavour e le vie Giolitti e S. Massimo. Le maestranze avrebbero potuto disporre così di locali per l’abitazione e l’insediamento dei laboratori: si trattava di categorie alquanto penalizzate nella ricerca di alloggio a causa della consuetudine di lavorare presso il proprio domicilio, provocando rumori e vibrazioni che inquietavano i proprietari degli stabili. Pochi anni dopo, l’Università fu però costretta a cedere l’area ai Padri Trinitari Scalzi di San Michele, ai quali furono riservati alcuni vantaggi purché provvedessero a completare la costruzione destinata ai tessitori. Oltre a realizzare un complesso comprensivo di chiesa e convento, i Trinitari fecero terminare anche il caseggiato, eretto secondo i disegni di Pietro Bonvicini (1741-1796) allievo dell’architetto Bernardo Vittone (1705-1770). Tuttavia i frati non si attennero agli accordi, affittando i locali a militari, impiegati, artigiani, bottegai e persino a un oste che gestiva un ritrovo malfamato, tanto da originare un’aspra controversia, sebbene la crisi del settore serico del 1787 avesse provocato un calo di richieste da parte dei tessitori. Acquistato dal Comune di Torino nel 1977, il complesso è stato convertito alle esigenze dell’edilizia residenziale pubblica, affidando ad ATC la gestione di alloggi e negozi. Dal 2006 la “comunità dei tessitori” è coinvolta in un progetto di social housing in collaborazione con il Comune e l’associazione Acmos, riservando alloggi a ragazzi e ragazze che, in cambio di canoni di affitto particolarmente contenuti, si impegnano a favorire un clima di solidarietà e a sostenere gli inquilini disagiati nei rapporti con le istituzioni e i servizi sociali.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
ISOLATO DEI «MASTRI FABBRICATORI IN ORO, ARGENTO E SETA»
Via S. Massimo 31-33, Piazza Cavour 16

Edificio ad uso industriale con abitazioni, ora abitazioni e negozi.
Edificio di valore documentario e ambientale, unico e significativo esempio di manifattura-abitazione del tardo Settecento.
Isolato fatto edificare per conto dei « Mastri vellutai „ che nel 1781 acquistano un'area libera presso i bastioni meridionali della città e, dopo la cessione di una parte di essa ai Padri Trinitari di S. Michele, tra 1785 e 1795, portano a compimento il loro laboratorio-abitazione su progetto dell'architetto P. Bonvicini.

BR, M.scritti Storia Patria, n. 553; G. GHIGLIOSSI DI LEMIE, [1792 ca.], pp. 9-11; U. BERTAGNA, in AA.VV Cultura figurativa […] 1980, pp. 1032-1034; L. PALMUCCI QUAGLINO, 1982, pp. 70 sgg.
Tavola: 49