Resti della testata orientale della scuderia affacciata su via Giuseppe Verdi. Fotografia di Enrico Lusso per MuseoTorino.
Di origine settecentesca, il quartiere di Cavalleria Sant’Antonio fu ricostruito nel 1840 e crebbe negli anni sessanta nell’isolato oggi una delle sedi dell'Università degli studi.
Sebbene l’istituzione di una caserma di Cavalleria nell’isolato immediatamente a nord-ovest di Piazza Vittorio Veneto risalga all’ultimo quarto del Settecento come ampliamento della Regia Cavallerizza (essa è, infatti, già indicata nella pianta di Ignazio Amedeo Galletti del 1790), le prime notizie certe della sua presenza sono del 1832, anno cui data una prima ipotesi di ampliamento, in seguito effettivamente realizzato su progetto di Luigi Federico Menabrea nel 1840. Quando fu inaugurata, nel 1847, essa risultava già dotata di un proprio maneggio, all’epoca, tuttavia, ancora accessibile al pubblico.
Il complesso crebbe nel tempo, ampliandosi sino a comprendere l’area oggi occupata dalla sede delle Facoltà Umanistiche dell’Università degli Studi di Torino. Data infatti al 1864 il progetto di «Nuova Caserma per uno Squadrone di Cavalleria da costruirsi sul Piazzale avanti la Cavallerizza S. Antonio in Torino», che prevedeva la realizzazione di scuderie e magazzini lungo via Sant’Ottavio e una piazza nel resto dell’isolato. Nei primi decenni del Novecento l’area risultava dunque interessata dalla presenza di due caserme: una, più antica, denominata Carlo Emanuele I ed estesa sino a via Po e l’altra, che a seguito di un progetto di ampliamento aveva assunto il nome di Massimo d’Azeglio, sviluppata sino all’odierno corso San Maurizio.
Pesantemente danneggiate durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, la prima fu demolita (sopravvivono resti di strutture murarie delle scuderie), mentre la seconda, ceduta al Comune, lasciò il posto alla nuova sede dell’Università torinese. Nel 2011 l’area è interessata da un cantiere dell’Università degli Studi di Torino per nuovi edifici di studio e servizi.