Scheda: Tema - Tipo: Scienze e tecniche

I luoghi di Cesare Lombroso

I luoghi di Cesare Lombroso a Torino: i luoghi in cui ha abitato, in cui ha lavorato e i vari luoghi che hanno ospitato il suo museo.


Indirizzo: VIA PIETRO GIURIA 15

Periodo di riferimento: 1876
Cesare Lombroso giunge a Torino

01. Cesare Lombroso a Torino

Cesare Lombroso, vincitore del concorso alla cattedra di Medicina Legale dell’Università, si stabilisce a Torino nel 1876. Ha 41 anni, da sei è sposato con Nina De Benedetti, ha già quattro figli, Paola, Gina, Arnaldo, Leo e un quinto, Ugo, è in arrivo. Nato a Verona il 6 novembre 1835 da una famiglia ebraica con ascendenze chieresi, Lombroso ha studiato medicina a Padova, Vienna e Pavia, dove si è laureato nel 1858, poco prima di diventare ufficiale medico, partecipando alla seconda guerra d’indipendenza e, nel 1862, alle spedizioni contro il brigantaggio in Calabria.

Lasciato l’esercito, da Pavia, dove insegna all’Università, passa a Pesaro per dirigere il Manicomio provinciale, tornando nuovamente a Pavia prima di approdare definitivamente a Torino. I suoi interessi sono molteplici, dalla ricerca delle cause della pellagra allo studio dell’antropologia criminale: nel 1871, l’autopsia del brigante Vilella gli fornisce lo spunto per elaborare quella teoria che esprimerà compiutamente ne L’uomo delinquente, apparso nel 1876.

Abita in via della Zecca e lavora in via Po, trovando difficoltà a inserirsi nell’ambiente accademico torinese, ma guadagnando via via posizione grazie ai suoi interventi nella scena giudiziaria in cui, l’applicazione delle sue teorie a criminali e anarchici, gli procura una crescente fama che presto diventa internazionale. Nel 1886 diventa medico delle Carceri Nuove: dalla loro frequentazione ricava materia per i Palinsesti del carcere, pubblicati nel 1888 dall’editore torinese Bocca. Ottenuta la cattedra di Psichiatria nel 1890 amplia la sua ricerca ai degenti del Manicomio di via Giulio. Sono anni di frenetica e instancabile attività. Le pubblicazioni si accumulano e attorno a lui si crea una scuola che guiderà anche dopo che alla sua cattedra gli succede l’allievo e genero Mario Carrara. Da via Po l’Istituto di Medicina legale e il Museo si sono nel frattempo trasferiti nel Palazzo degli Istituti Anatomici dove, nel 1909, alla sua morte, sarà aperta la camera ardente e il suo corpo entrerà a far parte di quella raccolta che era stata fonte di ispirazione per tutta la sua vita.

 

02. I luoghi di lavoro

Via Po 18

In alcuni locali del seicentesco convento di San Francesco da Paola, al primo piano, ha sede dal 1877 al 1896 il Laboratorio di Medicina legale e di Psichiatria sperimentale dell’Università.

Corso Vittorio Emanuele 127

Presso le Carceri Giudiziarie “Le Nuove”, costruite tra il 1862 e il 1870, Lombroso lavora dal 1886 come medico, trovando in esse un osservatorio privilegiato sulla popolazione reclusa.

Via Giulio 22

Al Regio Manicomio, costruito tra il 1828 e il 1834 su disegno di Giuseppe Talucchi, Lombroso ha accesso per le sue ricerche dal 1890, con il conferimento della cattedra di Psichiatria.

Via Michelangelo 26

Il Palazzo degli Istituti Anatomici, uno dei quattro edifici della “Città della Scienza”, progettati da Leopoldo Mansueti e realizzati tra il 1887 e il 1902, ospita, dal 1896, il Gabinetto di Medicina legale e Il Museo Psichiatrico e Criminologico.

 

03. I luoghi di abitazione

Via della Zecca 33 (ora via Verdi)

Un piccolo appartamento al terzo piano è la prima residenza di Cesare Lombroso a Torino, nel 1876.

Via Vanchiglia 6

Dal 1880 al 1886 la famiglia Lombroso vi abita al terzo piano.

Corso Oporto 43 (ora corso Matteotti)

Terza residenza torinese dei Lombroso dal 1886 al 1892.

Via Legnano 26

Dal 1892 i Lombroso si trasferiscono al secondo piano. Cesare Lombroso vi muore il 18 ottobre 1909.

 

04. I luoghi del museo

Via della Zecca 33.

Nel 1876 Lombroso ospita la sua raccolta – accumulata a partire dal 1859, quando era ufficiale medico dell’esercito– in casa, ingombrandola «di scheletri e di casse del Museo».

Via Po 18

Nel 1877 la raccolta viene trasferita nel Laboratorio di via Po 18 in una grande stanza «con soffitti a stucco e una immensa finestra su via Po». Al suo centro un grande tavolo «funge da letto dei malati, da tavolo di esperimenti… e da scrittoio pel professore».

Parco del Valentino. Esposizione generale italiana di Torino (1884)

Nel 1884 Lombroso partecipa alla mostra di antropologia dell’Esposizione generale italiana con due vetrine: una «pellagrologica» e una in cui espone «crani anomali, maschere, tatuaggi, fotografie di criminali, corpi di reato, pugnali, carte da giuoco, … disegni e oggetti appartenuti o fabbricati dai criminali…».

Via Michelangelo 26

Nel 1896 il Museo trasloca nella nuova sede dell’Istituto. Mario Carrara, allievo e assistente di Lombroso, provvede a riordinare, suddividere ed esporre la collezione in sei sale al piano terra. Durante la sua direzione (1904-31), nuovi oggetti documentano «gli sviluppi della polizia scientifica e della medicina legale».

Corso Galileo Galilei 22

Sempre meno utilizzato per l’insegnamento, nel 1948 il Museo segue l’Istituto nella nuova sede di corso Galilei, dove perviene lo studio di Lombroso, donato dalla famiglia. Non formalmente chiuso, ma neppure aperto al pubblico, il museo torna a essere collezione.

Mole Antonelliana. Mostra «La scienza e la colpa» 1985

Riscoperta alla metà degli anni Settanta, la collezione viene in parte esposta, dieci anni più tardi, nella mostra «La scienza e la colpa» e viene elaborato un progetto per la sua collocazione nell’ex Manicomio criminale della Certosa di Collegno.

Via Giuria 15

Nel 2001, abbandonato questo progetto, ne viene deciso l’allestimento nel Palazzo degli Istituti Anatomici nel quadro del progetto del «Museo dell’Uomo». I Musei di Anatomia umana e di Antropologia criminale, affiancati dal 2006 dal Museo della Frutta, formano un Polo museale dedicato al positivismo scientifico torinese tra Otto e Novecento.

 

Fonti Archivistiche

  • Archivio Cesare Lombroso - Museo di Antropologia criminale

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Ente Responsabile

  • MuseoTorino