Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Istituto di Riposo per la Vecchiaia, detto Ospizio dei Poveri Vecchi

Situato in un luogo lontano dall’abitato al momento della costruzione, la struttura dell’Istituto di Riposo per la Vecchiaia, detto Ospizio dei Poveri Vecchi, colpisce per la sua imponenza e per la rigorosa regolarità.

L’Istituto di riposo fu bombardato nel corso del secondo conflitto mondiale.


Indirizzo: CORSO UNIONE SOVIETICA 220

Costruzione: 1882 - 1887

Bombardamento: 13 Luglio 1943

Bombardamento: 13 Agosto 1943

Bombardamento: 08 Novembre 1943

Bombardamento: 29 Marzo 1944

Categorie

  • bombardamento | università | ufficio | casa di riposo

Tag

  • mostra contemporanea | bombardamenti | trasform

1. Storia dell'edificio

Nel 1880 la direzione dell’Ospizio di Carità dispose la costruzione di una nuova sede, per sopperire alla ormai evidente inadeguatezza dell’antica struttura del centro in cui aveva sede. Tramite un concorso pubblico, la realizzazione venne affidata all’architetto Crescentino Caselli (1849-1932), allievo di Alessandro Antonelli, che ebbe a disposizione un terreno allora lontano dall’abitato, lungo l’attuale corso Unione Sovietica. L’opera che realizzò è uno degli edifici più imponenti dell’architettura torinese dell’Ottocento, composto da quattro padiglioni paralleli a tre piani, simmetrici rispetto a un padiglione centrale più stretto con una manica a due piani che collega frontalmente i padiglioni. Immense le dimensioni: 25.000 metri quadrati di fabbricato, corrispondenti a circa 450.000 metri cubi. Gli edifici oggi sono sede di Facoltà universitarie e di Servizi sanitari e uffici.

2. Bombardamenti

L’istituto di riposo per la vecchiaia subì tre bombardamenti da parte dell’aviazione inglese (RAF) con bombe di grosso e grossissimo calibro, tutti nel 1943 (13 luglio, 13 agosto, 8 novembre) e un bombardamento da parte dell’aviazione americana (USAAF) con la tecnica del tappeto di bombe (centinaia di bombe dirompenti di medio calibro) il 29 marzo 1944. Da dati archivistici risulta un bombardamento il 29 aprile 1944, ma la data è segnalata come errata sul documento stesso. A seguito dei bombardamenti si verificò la distruzione dell’ala sinistra di tre piani e la distruzione, sulla parte sinistra della facciata, di due piani. Il resto del fabbricato fu gravemente sinistrato: schiantamento degli infissi, danni ai muri portanti.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
R. ISTITUTO DI RIPOSO PER LA VECCHIAIA "I POVERI VECCHI"
Corso Unione Sovietica 220

Edificio di ricovero per anziani.
Edificio di valore storico-artistico, ambientale e documentario, esempio di tipologia architettonica a destinazione sociale e di tecnica edilizia laterizia d'estrazione antonelliana; in corso di ristrutturazione a sedi universitarie.
Realizzato, su concorso (1882), da Crescentino Caselli tra il 1883 e il 1887 (data indicata sul frontone). Costituisce la maggior struttura muraria a "fulcri" con volte di tipo antonelliano. Rilevante è l'assetto distributivo (verticale e orizzontale) ed impiantistico (percorsi nel seminterrato, centrale termica, cucine). All'interno, l'atrio, gli scaloni, i corridoi, la cappella (che riproduce i caratteri spaziali dell'originario ambiente della Mole antonelliana) costituiscono testimonianze di singolare valore; all'esterno le aree di pertinenza e la recinzione mantengono la disposizione originaria, pure se in parte alterata dalle gallerie d'ingresso alle parti recentemente riutilizzate. La manica meridionale, distrutta durante la guerra, è stata malamente sostituita da due corpi trasversali, estranei alla coerenza tipologica del complesso.

"L'Architettura Civile e le Arti Industriali", 1883, pp. 81, 113 sgg.; 1893, p. 3; C. CASELLI, 1894; F. Rosso, in "ART", 1979
Tavola: 65

Fonti Archivistiche

  • ASCT Fondo danni di guerra, inv. 2166, cart. 44, fasc. 6, n.ord. 1

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Ente Responsabile

  • Mostra Torino: storia di una città
  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà