Scheda: Tema - Tipo: Amministrazione pubblica

Il patriziato urbano nei secoli XII-XIV

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Nell'XI secolo iniziò a costituirsi a Torino un ceto dirigente «patriziato» urbano, che, fra alterne vicende,  s’affermò progressivamente sino alla stesura dei fondamentali Statuti del 1360.


Periodo di riferimento: XII secolo - XIV secolo

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Dall’XI secolo si hanno informazioni su alcune famiglie che componevano il ceto dirigente cittadino, ma non è chiaro se fossero originarie della città o provenissero dal territorio circostante (come da tradizioni arduiniche).

Dalla metà del secolo XII è nota la presenza di consoli (forse già prima esistenti e derivati dal potere vescovile), che gestivano collegialmente l’amministrazione e che, a fine secolo, si differenziarono in «maggiori» e «minori». In quegli anni, la città si sarebbe trasformata in vero Comune e sarebbero emerse le famiglie che costituirono il patriziato urbano. A fine secolo il Comune aveva rilevante disponibilità economica da proprietà fondiarie, commerci e gabelle.

A metà secolo, sotto gli Svevi il governo locale fu esautorato, per poi riprendersi a fine Trecento, quando superò pure la tutela del vescovo cui era stato soggetto; anche sull'esempio politico-diplomatico della Lega lombarda (sebbene non vi avesse partecipato).

Nei primi decenni del secolo XIII, accanto ai consoli iniziarono ad esservi i podestà. Prevalente fu l’autorità dei vescovi, e la seconda metà del secolo fu caratterizzata da autonomia parziale e soggezioni fra Tommaso II e Tommaso III.

Dal Comune dei consoli si passò a quello podestarile, normato negli Statuti del 1360 (Codice della catena).