Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Progetto «Torino possibile»

«Torino possibile» è una proposta che ipotizza un futuro “alla Le Corbusier” per tre aree torinesi, intese come nuovi poli urbani (quartiere Vanchiglia, quartiere Falchera, parco della Pellerina, parco Colonnetti): grandi spazi liberati dalle costruzioni e destinati a verde pubblico e privato, con i nuovi edifici per la residenza e il terziario tutti concentrati in verticale per occupare la minor quantità di suolo.


Indirizzo: Lat: 45.069065 Long: 7.699521

Progetto: 1989

Categorie

  • quartiere | torre | ufficio | abitazione

Elaborato nel 1989 dal gruppo di architetti coordinato da Giorgio Rosental per conto di Gabetti Holding, il piano, presentato alla città nel giugno del 1989 attraverso una vasta campagna pubblicitaria e di stampa e illustrato da un grande modello esposto nel foyer del Piccolo Regio, prevede la realizzazione di quattro poli direzionali, vere e proprie porte urbane poste ai punti cardinali della città, tra loro idealmente e funzionalmente collegate da due assi perfettamente rettilinei, i corsi Giulio Cesare e Regina Margherita. Ciascuno accorpa vaste aree verdi, frutto di demolizioni estensive di lotti preesistenti, occupate da piastre per uffici e svettanti torri cilindriche di 80 piani e 240 metri di altezza. I quattro interventi sono collocati a nord (8 torri) nei pressi dell’autostrada per Milano e del quartiere Falchera, a ovest (8 torri) appena oltre il parco della Pellerina (nell’area in cui sono sorte, negli anni novanta, le torri e il quartiere firmato AI Studio/Koumentakis), a sud (7 torri) nei pressi del parco Colonnetti: è però il progetto per il polo a est, quasi nel pieno del centro cittadino, a provocare le più accese reazioni da parte della cittadinanza, in quanto prevede la demolizione di interi isolati tra corso Regina Margherita e corso San Maurizio, per complessivi 860.000 metri quadrati. Il progetto prevede di realizzare un parco i 275.000 metri quadrati e nuovi edifici per 1,8 milioni di metri cubi. È ben evidente il confronto diretto con la vicina Mole Antonelliana, totem tra gli edifici alti della città.

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