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Guarino Guarini e le arti nella Torino del Seicento

Nei suoi pochi anni a Torino Guarino Guarini realizzò edifici spettacolari che però la città non riuscì a sentir parte della propria fisionomia. Negli stessi decenni, grandi artisti locali e internazionali lavorarono per la corte.


Periodo di riferimento: XVII secolo

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  • sala 1680

L’architetto modenese Guarino Guarini, dell’Ordine dei Teatini, giunse a Torino nel 1666, rimase in città solo quattordici anni ma le diede opere uniche. Nel 1668 fu nominato «ingegnere ducale» con incarico di seguire il cantiere della cappella per la Sindone, allora fermo. Portò a termine il lavoro, costruendo la spettacolare cupola,  progettò e costruì la chiesa di San Lorenzo in piazza Castello (però senza la facciata) e il palazzo per il principe Filiberto Amedeo di Savoia-Carignano (palazzo Carignano). Gli fu attribuito il progetto per il Collegio dei Nobili da erigere nel centro di Torino, sotto gli auspici di Madama Reale, ma dell’ambizioso progetto, in realtà immaginato nel 1678 dal gesuita Carlo Maurizio Vota, fu realizzato, da Michelangelo Garove, soltanto l’edificio attestato verso piazza San Carlo.

Le architetture di Guarini furono dunque percepite come estranee alla regolare fisionomia della città.

Nel XVII secolo l’importanza della capitale come specchio della dinastia era ormai enorme e il suo splendore doveva rappresentare quello dei Savoia. A questo si legano l’edificazione, sotto Carlo Emanuele I, del castello di Mirafiori, di Villa della Regina progettata da Ascanio Vitozzi per il cardinal Maurizio, del castello del Valentino ispirato alle residenze francesi per Madama Cristina, oltre all’avvio di Venaria Reale.

Per la corte operarono artisti come il francese Charles Dauphin, il fiammingo Jan Miel, Andrea del Pozzo, Stefano maria Legnani, il viennese Daniel Seyter. Alle collezioni ducali s’aggiunsero opere di artisti quali Rubens, Caravaggio, Raffaello, Van Dyck, Palma il Giovane, Guercino, Giorgione, Correggio.

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