Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Nicola Grosa (1904 - 1978)

Antifascista. Dopo l'8/9/1943 organizza la lotta partigiana nelle valli di Lanzo e del Canavese. Consigliere comunale dal 1951 al 1970, si dimette da tale carica per il male contratto durante il recupero dei partigiani morti nei campi di battaglia.


Nascita: 03 Agosto 1904

Morte: 20 Agosto 1978

Categorie

  • amministratore pubblico | politico | partigiano

" (...) Nato nel 1904 nella Torino proletaria, figlio di operai dipendenti della Manifattura Tabacchi (la madre) e della Fiat, egli fu testimone delle lotte che i suoi genitori combatterono sia contro l'entrata in guerra sia, in seguito, durante il Biennio Rosso. In gioventù, come apprendista operaio, Nicola partecipò all'occupazione delle fabbriche e poi, a capo della 1a Centuria degli Arditi del Popolo, si scontrò più volte con i fascisti e subì alcuni mesi di carcere. Antifascista della prima ora, svolse un ruolo fondamentale negli anni della clandestinità. Fu sorvegliato e spesso segnalato, tanto da dover lasciare Torino per trasferirsi a Imperia, dove era meno conosciuto. Dopo l'8 settembre 1943, Grosa capì che era venuto il momento di imbracciare le armi e, dopo aver collaborato a far raggiungere le valli di Lanzo a un gruppo di prigionieri inglesi detenuti nel campo di prigionia di Sambuy (frazione di San Mauro Torinese), egli stesso si spostò nell'alto Canavese dove, con il nome di "Nicola", fu commissario politico della 46a Brigata garibaldi, poi riorganizzata come 2a Divisione d'assalto Garibaldi, nella quale combattevano anche russi, inglesi, cecoslovacchi e jugoslavi. Dopo l'unificazione delle bande avvenuta all'inizio della primavera 1945, egli fu nominato vice commissario della III Zona. Presidente dell'ANPI provinciale di Torino per ben tredici anni a partire dal 1947, come responsabile dell'Ufficio dell'assistenza post bellica della Prefettura torinese promosse interventi determinanti per la risoluzione di parecchie situazioni di disagio tra la popolazione, causate da malattia, disoccupazione e precarietà sociale ed economica. Tra il 1951 e il 1970 fu anche consigliere comunale di Torino per il PCI. Dopo la fine della guerra, Nicola Grosa decise inoltre di dedicare il resto della propria vita alla testimonianza e alla memoria (...). Innanzi tutto ebbe una parte fondamentale nell'edificazione di monumenti e nella posa di lapidi dedicate ai caduti della Resitenza. Fu lui, ad esempio, a portare in cima al monte Bianco, nel 1954, una lastra marmorea commemorativa della vittoria del 25 aprile 1945; fu sua l'idea di edificare, nel primo decennale di questa vittoria, la torre-monumento che svetta a tutt'oggi sulla sella del colle del Lys, tra valle di Susa e valle di Viù. (...) Instancabile fu nel lavoro del recupero delle salme dei combattenti partigiani ancora sepolte in montagna o sistemate in modo provvisorio nei cimiteri di paese. Ciò per dar loro degna sepoltura, dapprima nel Campo della Gloria e in seguito in quello che divenne il nuovo Sacrario della Resistenza, nel Cimitero Monumentale di Torino.

(...) Nicola Grosa morì il 20 agosto 1978."(1)

Note

(1) Testo tratto da Aimino, Gianbattista - Avondo, Gian Vittorio - Rolando, Claudio, Cronache della Liberazione in Piemonte, Edizioni del Capricorno, Torino 2015, pp. 125 - 129.

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