Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Necropoli longobarda di Testona (Moncalieri)

A Testona, frazione di Moncalieri, nel 1878 fu scavata una grande necropoli longobarda con circa 350 tombe. La collezione degli oggetti di corredo è integralmente esposta al Museo di Antichità di Torino.


Indirizzo: Lat: 44.992666 Long: 7.70987

Notizie dal: 570

Abbandono: VIII Sec. (700-799)

Ritrovamento: 1878

1. Introduzione

La necropoli di Testona è uno dei più grandi e importanti sepolcreti longobardi esplorati in Italia. Situata alle falde della collina di Testona, la necropoli fu scoperta nel 1878 durante i lavori di coltivazione di una cava di sabbia situata lungo la strada che da Revigliasco porta a Testona, ma dopo gli scavi ottocenteschi si è persa memoria della localizzazione precisa del sito. Informati dei ritrovamenti, Claudio Calandra (avvocato, ingegnere idraulico e archeologo, nato a Torino nel 1818 e morto a Morello nel 1882) e il figlio Edoardo (pittore, letterato e archeologo, nato e morto a Torino 1852-1911) ottennero dai proprietari di poter scavare le tombe ancora conservate. All’avvio delle ricerche, parte della necropoli era già andata distrutta ed è sulla base di un calcolo ricostruttivo che i Calandra valutarono in 350 il numero complessivo delle sepolture. Edoardo diresse gli scavi “scrivendo giornalmente appositi verbali per tener memoria degli oggetti scoperti e della loro giacitura”, ma i diari andarono perduti e con essi la possibilità di ricostruire la composizione dei corredi. Soltanto gli oggetti riprodotti nelle tavole pubblicate dai Calandra possono essere considerati di provenienza certa, in quanto altri materiali simili piemontesi sono confluiti successivamente nella raccolta di Testona.

2. La necropoli

Le tombe erano ordinate per file nord/sud, secondo la tradizione dei cosiddetti “cimiteri a file” barbarici, e orientate est/ovest con i defunti deposti supini con il capo a ovest. Si trattava di fosse direttamente scavate nel terreno e in pochi casi rivestite di tegole piane romane, ma queste sono risultate prive di corredo ed erano forse più tarde. La datazione degli oggetti indica un uso prolungato del cimitero, che accolse individui della generazione immigrata nel 568, ai quali appartenevano complementi dell’abito, armi e vasi in ceramica direttamente confrontabili con oggetti ritrovati nei cimiteri della Pannonia (attuale Ungheria) dove i Longobardi erano insediati prima della discesa in Italia. Gli oggetti più recenti sono della fine del VII secolo-inizi dell’VIII, ma dopo queste date cessa l’uso di seppellire i defunti con abito e doni funebri e le fasi successive di uso dei cimiteri possono essere quindi individuate soltanto con adeguati metodi di scavo e di datazione dei resti scheletrici. Il fatto che le tombe fossero sovrapposte in due strati, che molte non contenessero oggetti e che alcune di queste fossero rivestite in muratura o laterizi (secondo una tipologia diffusa dopo la metà del VII) fa oggi supporre che la comunità sepolta a Testona abbia utilizzato il cimitero ancora dopo gli inizi dell’VIII secolo, quando il rito funebre era ormai cambiato.

 

3. I rituali e i corredi

Gli individui indossavano abiti completi di accessori, come le cinture e le borse, ed erano accompagnati dai loro oggetti personali inalienabili: le armi per gli uomini e i gioielli per le donne. La deposizione dei vasi, in relazione alle offerte alimentari, e di oggetti con valore magico e simbolico, come amuleti o anche i pettini, rivela una concezione ancora pagana del mondo ultraterreno. La composizione e la ricchezza del corredo erano inoltre mezzi di ostentazione e affermazione dello stato sociale del defunto durante la cerimonia della sepoltura.

Di specifico uso funerario erano le crocette in sottile lamina d’oro che venivano cucite sul velo steso sul volto o sul petto dei defunti di alto rango, sia uomini che donne: purtroppo le quattro croci d’oro di Testona sono andate perdute.

4. La collezione dei materiali archeologici

La raccolta degli oggetti della necropoli è stata acquistata da parte del Museo di Antichità nel 1884, già ordinata per tipologie di materiali e non più per corredi. Il riordino e il restauro completo di tutti i reperti longobardi del museo hanno permesso tuttavia di riscontrare ammanchi e provenienze diverse rispetto al catalogo edito nel 1971 e di identificare ulteriori oggetti da Testona che si credevano dispersi. Tra questi si sono ritrovate, mediante analisi radiografiche e delicati restauri, alcune guarnizioni delle cinture per la sospensione delle spade realizzate in ferro ageminato (decorato a incastro di filamenti di metalli diversi) in argento e ottone. La ricca collezione, che comprende gioielli femminili, il completo repertorio delle armi, degli accessori degli abiti e un notevole numero di vasi, è interamente esposta al Museo di Antichità di Torino, mentre al Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino si conservano 29 crani prelevati dalla necropoli durante gli scavi ottocenteschi.

Bibliografia

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Ente Responsabile

  • Mostra Torino: storia di una città
  • Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie