Scheda: Tema - Tipo: Economia e industria

L'economia della seta nel Seicento

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Tra Sei e Settecento si sviluppò prepotentemente il settore delle manifatture di lusso in seta. Molti «capitani d’industria» del settore erano torinesi, anche se gli impianti produttivi si trovavano lontano dalla città.


Periodo di riferimento: XVII secolo - XVIII secolo

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  • sala 1680

Quello della seta fu il settore di punta dell’economia piemontese fra XVII e XVIII secolo, una produzione di beni di lusso, condotta con tecnologie d’avanguardia, esportata anche all’estero, origine di guadagni e trasformazioni sul territorio.

Coltivazione di gelsi e allevamento di bachi s’erano diffusi già nei decenni precedenti, anche le tecniche di trattura si erano evolute, ma l’impulso al settore fu dato dalle scelte economiche di Carlo Emanuele II e dei suoi successori, nonché dall’intervento della città di Torino. La vetusta produzione di manufatti grezzi e di poco valore si rinnovò dal 1665, quando proprio il Municipio della capitale decise di far costruire un modernissimo ed efficiente filatoio idraulico nell’area dell’attuale Borgo Dora, chiamando per il compito il bolognese  Galleani. Dopo due anni erano già evidenti le meraviglie della nuova macchina e il duca ordinò che se ne realizzassero d’analoghe in tutti i suoi Stati.

Particolare importanza ebbe l’incarico pubblico dato allo stesso Galleani  nel 1670 per un impianto presso la reggia di Venaria (in edificio di Castellamonte, vicino all’attuale via Battisti), ove erano in funzione macchinari per la torcitura e una decina di telai idraulici; il lavoro poteva essere ammirato dalla strada e nell’impianto fu istituita una scuola professionale.

Numerosi furono i nuovi grandi imprenditori e «banchieri»  che s’impegnarono in questo settore arricchendosi. Si esportava anche all’estero con successo.