Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Villa Paradiso, già Vigna Boas

All'ingresso della villa Paradiso due cancelli sontuosi stanno a fianco di una grande cappella del Vittone. Nel 1776 Il conte Giuseppe Felice Bertalazzone d'Arache fece spianare gran parte della collina per edificare e rimodernare la villa, arricchita di statue e di opere di diversi artisti e per creare un grandioso giardino, ricordato da molti illustri visitatori per la ricchezza delle piante, del roseto e delle piante esotiche contenute nelle serre.


Indirizzo: Lat: 45.0570444 Long: 7.7275008

Costruzione: XVIII Sec. (1700-1799)

Categorie

  • giardino | villa

Tag

  • giardini | vigna

Nella prima metà del '700 la villa era di proprietà di Giovan Battista Boasso, decurione di Torino, che nel 1736 acquistò una vigna confinante con la sua, aggregò il grande rustico e costruì una strada di
collegamento tra i due edifici.
Nel 1751 acquistarono i Bertalazzone, originari di Valperga, proprietari di una fabbrica di cererie aperta in Borgo Po fin dall'inizio del '600 e spostata poi vicino alla Zecca, i quali in seguito ricoprirono importanti incarichi pubblici e fondarono una banca.
Uno dei figli, Giovanni Battista, si trasferì in Palazzo Romagnano vicino a Santa Teresa nella seconda metà del '700, che arricchì di una preziosa raccolta di quadri con opere di Durer, Tiziano e Carracci.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA PARADISO, GIÀ BOAS
Strada Comunale Superiore Val S. Martino 137

Villa.
Edificio di valore storico-artistico, con cappella. Il complesso costituisce singolare esempio di vigna settecentesca, elemento fondamentale dell'ecosistema collinare.
La villa fu nel primo quarto del Settecento proprietà di Giovanni Battista Boasso il quale la lasciò nel 1751 all'Ospedale di S. Giovanni e quindi passò a Giuseppe Felice Bertalazzone d'Arache. A questa fase si devono i grandi lavori di ristrutturazioni citate dal Grossi. L'autore indica: «magnifico palazzo, Cappella, giardino […] Il Baruffi ricorda le ingenti spese sostenute dal proprietario per spianare il colle e « potervi innalzare la fabbrica il cui interno venne abbellito coll'opera di artisti distinti chiamati da Milano». Il Cicala segnala che nel 1776 furono eseguiti lavori di sistemazione dell' «artefatto piano». Nel 1854 dai Bertalazzone viene ceduto ai Conti Castellani Varzi che abbelliscono l'edificio sistemando un terrazzamento semicircolare sul poggio dominante la città. Nel Novecento viene costruito il portico rustico a lato della cappella, e l'edificio dei custodi che stravolge completamente l'antico «parterre». La cappella è attribuita al Vittone.

Carta topografica della Caccia, [ 1762]; A. GROSSI, 1791, p. 22; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; G.P. BARUFFI, 1853-1860, VII, pp. 40-41; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXIV; V. CICALA, 1911, p. 31; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 266-268.
Tavola: 51

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