Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Cascina Taschera o Taschero

La Taschera trae denominazione dalla famiglia Taschero, proprietaria della cascina e dei terreni circostanti, nonché della poco distante Cascina Spinetta.


Indirizzo: Lat: 45.124481 Long: 7.703957

Notizie dal: XIX Sec. (1800-1899)

Categorie

  • cascina

La struttura originaria della cascina Taschera appare attualmente modificata, ma ancora ben riconoscibile nell’isolato d’angolo tra la Strada Provinciale di Cuorgné, la strada vicinale dell’Abbadia di Stura e via della Betulle. L’edificio, frazionato in varie porzioni, è ora di proprietà privata e d’uso abitativo.

I Taschero, da cui deriva il toponimo, affittavoli del Castello di Lucento dai Marchesi Tana, ampliano i loro possedimenti tra Seicento e Settecento nella zona intorno al fiume Stura, avviando, a partire dal fortunato acquisto della cascina Antiochia nel 1719, un’attività di prestito e compravendita di beni immobili che accrescerà le ricchezze della famiglia.

La cascina non viene citata nella Guida alle cascine pubblicata dal Grossi nel 1790, ma compare nelle carte ottocentesche, a partire da quelle napoleoniche, nelle quali è rilevata a corte chiusa, con rustico e caso da terra (deposito di attrezzi agricoli).

La parte più antica della struttura è da individuarsi nella manica su via della Betulle, e dell’attiguo angolo su Strada di Cuorgné.

La Carta delle Regie Caccie del 1816 non segnala variazioni.

Come emerge dal Catasto Gatti, redatto nel 1820, la struttura risulta ampliata con una manica su Strada di Cuorgné, che risulta tuttora più ribassata nel tetto rispetto alla porzione attigua.

Dal relativo Colonnario si apprende che il proprietario è Battista Taschero.

L’Elenco dei nomi dei proprietari delle cascine redatto dal geometra Rabbini nel 1840 segnala al numero d’ordine n. 268 “Tetti Taschero” riferendoli a “proprietari diversi”, in quanto è compreso anche un nuovo fabbricato al di là della Strada dell’Abbadia di Stura, di altra appartenenza.

La proprietà della cascina passa nel 1860 a Michele Beraudo. I successivi accrescimenti, registrati dal Catasto Rabbini del 1866, seguono il muro di cinta della corte chiusa verso meridione.

A partire dalle mappe del 1877 la cascina è nominata “Cascina Falchera”, come quella dall’altro lato della Strada di Cuorgné, tuttora conosciuta con questo toponimo.

La Carta IGM del 1974, registra l’aggiunta di una manica longitudinale che divide la corte in due porzioni.

 

Fonti Archivistiche

  • Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
  • Carta dei Distretti riservati per le Regie Cacce divisa in sette parti, 1816, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte Topografiche per A e B, Torino, Torino 26
  • Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 33
  • Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez. 4, art. 68
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, Torino
  • Vittorio Brambilla , Contorni di Torino, 1877, Archivio Storico della Città di Torino, SIM D1813, fogli 1-4
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1911, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D135
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11

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  • MuseoTorino