Scheda: Tema - Tipo: Architettura e urbanistica

Bonifiche e drenaggi del terreno

Il problema delle esondazioni, del ristagno dell’acqua e del risanamento e consolidamento dei terreni umidi e franosi veniva affrontato in età romana con la posa in opera di banchi di anfore.


Periodo di riferimento: I secolo - III secolo
età romana

Tag

  • carta archeologica

Il caso di Torino

Tra il 1830 e il 1838, in una vasta fascia lungo la riva destra della Dora, compresa tra l’attuale piazza della Repubblica e il Cottolengo, nel corso dei lavori di costruzione del nuovo quartiere verso il fiume, sono emerse a più riprese aree più o meno vaste bonificate con banchi di anfore.

Carlo Promis, che seguì i lavori documentando i ritrovamenti, immaginò un'opera immensa nella quale sarebbero state impegate più di un milione e mezzo di anfore. In realtà probabilmente si trattava di numerosi interventi separati, come dimostrerebbe anche il fatto che in lavori recenti nella stessa zona non sono più emerse tracce di drenaggi.

La tecnica

Nelle aree in cui era necessario stabilizzare e consolidare il terreno, soprattutto in prossimità dei corsi d’acqua o in zone soggette a esondazioni, le opere di drenaggio venivano effettuate utilizzando anfore svuotate dal loro contenuto. I contenitori erano preferibilmente, ma non esclusivamente, reimpiegate in posizione verticale o diagonale, capovolti e per lo più integri. Banchi di anfore si trovano spesso nelle città lungo i corsi d’acqua, vicino ai muri e sotto i pavimenti, ma anche subito fuori dai centri abitati (nelle necropoli) e in aperta campagna dove servivano a sistemazioni idriche, al consolidamento del sedime stradale o a rendere asciutti i terreni per la costruzione di impianti produttivi.

In alcuni casi le proporzioni degli interventi di drenaggio o la loro collocazione hanno fatto ipotizzare che potesse trattarsi di opere pubbliche realizzate a spese dello stato o della municipalità.

 

Luoghi correlati

Ente Responsabile

  • MuseoTorino
  • Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie