Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Paolo Perona (Roma, 1902 - Torino, 1969)

Architetto, esponente della generazione che dà vita al gruppo del Miar (Movimento Italiano per l’Architettura Razionale), Perona opera a Torino, occupandosi di edilizia pubblica e privata, con una caratteristica attenzione a criteri di rigore progettuale in qualche modo indipendente dal linguaggio adottato.


Nascita: 26 Maggio 1902

Morte: 02 Dicembre 1969

Categorie

  • architetto

Perona si laurea in Architettura al Politecnico di Torino nel 1924, per poi iniziare il tirocinio presso lo studio di Giacomo Salvadori di Wiesenhof; in quegli anni stringe rapporti di amicizia e di collaborazione professionale con Luigi Ferroglio e con Mario Dezzutti. In occasione dell’Esposizione per il Decimo Anniversario della Vittoria (1928), con Giuseppe Pagano, Perona progetta la “Casa dell’Architetto” (opera corale dei migliori giovani della scuola torinese) e i padiglioni dell’Industria del freddo e delle Miniere e della Ceramica. Gli anni della formazione del gruppo torinese del Miar (Movimento Italiano per l’Architettura Razionale), che si raccoglie intorno a Pagano e Riccardo Gualino, coincidono con il periodo più fertile dell’attività di Perona.

Passanti e Perona danno luogo a una collaborazione stabile, pur continuando l’esercizio indipendente della professione; tra i primi progetti comuni, sono la Casa Rampini (1929-31), il concorso per il secondo tratto di via Roma Nuova e, nel 1935, la ristrutturazione a Colonia Elioterapica di villa Gualino sulla collina di San Vito (entrambi i progetti con Passanti, Ferroglio e Ferruccio Grassi), il Circolo rionale fascista Filippo Corridoni (1936-37, via Biglieri 41), la casa per i dipendenti Michelin (1937-39, via Treviso 35), il villaggio operaio per l’Istituto fascista per le Case popolari (1938-39, Testona presso Moncalieri), la Manifattura di Moncalieri (1951-52, corso Moncalieri 421) e, in seguito a concorso, il Palazzo degli uffici Tecnici Comunali in piazza San Giovanni (1957-61, con Passanti e Giovanni Garbaccio). In seguito la collaborazione con Passanti si dirada, a favore di quella con Garbaccio, caratterizzata da un’intensa progettazione di complessi residenziali in Torino, tra cui quelli di corso Massimo d’Azeglio 118 (1959), via San Fermo 3 (1960), corso Quintino Sella 9-11 (1961-63), via Napione 18 (1965), tutti edifici a destinazione condominiale distinti da ricerca dell’essenzialità compositiva, rigore costruttivo, esaltazione dei principi statici e ricorso a materiali locali e “poveri”.

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