Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Regia Polveriera

Voluta da Emanuele Filiberto nel 1580, l’officina delle polveri da sparo di Torino sorgeva nell’area in seguito occupata dall’Arsenale, che recupera alcune delle strutture non interessate dall’esplosione dei depositi del 1852.


Indirizzo: Lat: 45.08142 Long: 7.682573

Costruzione: 1582

Ampliamento: 1673

Ampliamento: 1767

Distruzione: 1852

Categorie

  • fabbrica | militare

La decisione di stabilire in Borgo Dora, area di tradizionale concentrazione degli impianti molitori torinesi, mulini per la produzione di polvere da sparo risale al 1580-1582, anno in cui Emanuele Filiberto destinava a questa funzione una preesistente “moleria”, sino a quel momento utilizzata per la produzione di armi da taglio. L’apertura del nuovo opificio si rendeva necessaria per supplire alla precoce chiusura di un’altra fabbrica di polveri, menzionata nel 1542, ma già trent’anni dopo non più in attività.
Danneggiata nel corso delle guerre, la polveriera fu ingrandita e riorganizzata su progetto di Antonio Rubatto a partire dal 1673, il quale previde l’apertura di un nuovo canale di alimentazione e la realizzazione di un magazzino “a prova” per le polveri. Il Settecento conobbe un costante incremento dell’interesse regio nei confronti dell’opificio. A partire dal 1721 si occupò del tema Antonio Maria Lampo, che aumentò la capacità produttiva portando il numero dei pistoni a 154; dopo il 1767 e il passaggio del complesso sotto l’Azienda dell’Artiglieria si registrano interventi del capitano Antonio Quaglia, autore, tra l’altro di un rilievo che restituisce l’assetto raggiunto dal complesso nel 1778. La vicenda si chiude nel 1852: dopo ulteriori ampliamenti, il 26 aprile di quell’anno deflagrarono i magazzini delle polveri, arrecando danni ad alcune case civili, ma risparmiando il nucleo originario dell’opificio, che fu tuttavia abbattuto per far posto all’Arsenale nuovo.

Fonti Archivistiche

  • Archivio Storico della Città di Torino (ASCT), Collezione Simeom, D 3695, D 2056, D 2423.
  • Archivio Storico della Città di Torino (ASCT), Sicurezza pubblica, vol. 17 (1753-1754), n. 40.
  • Archivio di Stato di Torino (ASTo), Corte, Genio civile, m. 6, n. 4.
  • Archivio di Stato di Torino (ASTo), Corte, Torino non inventariata, n. 15/2.

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