Scheda: Tema - Tipo: Cultura e istruzione

Giardini, orti e campicelli scolastici

Nati come sussidio alle lezioni pratiche nelle scuole rurali, i campicelli scolastici si rivelano una risorsa per la scuola, in particolare nel periodo di guerra.

 


Inizio: 1894

Categorie

  • scuola

I programmi emanati nel 1894 dal ministro Baccelli stabiliscono che ai maestri rurali sia concesso accanto alla scuola un campicello, non solo per trarne vantaggio economico, ma anche per potere sperimentare norme rudimentali di agraria.
Lo stesso Baccelli nel 1899 redige le “Istruzioni e Programmi per l’insegnamento delle prime nozioni di agricoltura, del lavoro manuale educativo, dei lavori donneschi, dell’igiene e della economia domestica nelle scuole elementari”. Egli stabilisce che le istruzioni sul tema dell’agricoltura debbano essere di due tipi: intuitive (dentro orario scolastico) e pratiche (con orario supplementare).

Nei primi anni del Novecento a Torino si contano venticinque scuole rurali, ossia edificate all’esterno della cinta muraria. Tra queste, la scuola Gaspare Gozzi presenta un interessante esempio di campicello scolastico: si tratta di un orto sperimentale la cui superficie totale sfiora i 2000 metri quadrati, divisi in cinque appezzamenti, recintati da un reticolato in ferro e arati grazie al supporto del Patronato locale. Nel giardino, dotato di apposite vasche e prese d’acqua, sono curati fiori, piante e aiuole. Parte di quest'area verde è destinata all’apicoltura, mentre una parte di prato è dedicata all’allevamento. Grazie alla coltivazione dei gelsi, nei mesi primaverili, si allevano anche i bachi da seta.
Come la Gozzi, anche la scuola Vittorino da Feltre, completata nel 1921, gode di un ampio campo per l’insegnamento agrario. Negli anni successivi, interessanti testimonianze dell’utilizzo degli orti scolastici sono fornite dalle esperienze di scuole che durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale mettono a disposizione della popolazione indigente i ricavati delle coltivazioni. Nell’inverno del 1944, per esempio, gli alunni della scuola Pestalozzi lavorano per costruire la cinta dell’orto della scuola, utilizzando una vanga presa a prestito dai contadini del luogo.

In anni recenti, anche grazie ai progetti didattici supportati da Slow food, diverse scuole hanno dato vita, con la collaborazione degli scolari, a giardini e orti scolastici.

 

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Ente Responsabile

  • Fondazione Tancredi di Barolo