Scheda: Evento - Tipo: Politico

Scioperi degli operai tessili (30 aprile – 17 maggio 1906)

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Serie di scioperi coordinati e di manifestazioni che coinvolgono gli operai e le operaie degli stabilimenti tessili torinesi e che si concludono con una sostanziale vittoria della componente operaia, che ottiene una riduzione sugli orari, migliori condizioni lavorative e aumenti salariali.


Inizio: 30 Aprile 1906

Fine: 17 Maggio 1906

Indice

Cronologia

30 aprile    le 800 operaie del cotonificio Bass chiedono la riduzione dell’orario di lavoro
3 maggio    le operaie della Bass entrano in sciopero
5 maggio    operai tessili di diversi stabilimento sfilano nelle vie di Torino
7 maggio    la polizia spara sulla folla dei manifestanti, provocando la morte di Pietro Cravero e il ferimento di 8 operai, in serata gli industriali tessili accettano le richieste degli operai
8 maggio    sciopero generale proclamato dai dirigenti della Cdl e del Partito socialista
9 maggio    la Cdl dichiara la cessazione dello sciopero, gli imprenditori accettano le richieste degli operai
22 maggio    inizia lo sciopero al cotonificio Poma
17 maggio    Anselmo Poma, proprietario del cotonificio, riammette le operaie in fabbrica impegnandosi ad adempiere agli accordi del 7 maggio

In seguito a una serie di conquiste contrattuali in diverse fabbriche torinesi, che riguardano l’orario di 10 ore e l’aumento per le ore straordinarie, il 30 aprile 1906 anche le 800 operaie del cotonificio Bass chiedono la riduzione dell’orario di lavoro e il 3 maggio, nonostante il parere contrario della Cdl che pur ne condivide le rivendicazioni, entrano in sciopero. Il 5 maggio un lungo corteo di operai tessili, sia uomini sia donne, anche di altri stabilimenti sfila a Torino. Le richieste dei manifestanti sono: orario di 10 ore, intervallo per il pranzo, 5 minuti di tolleranza nell’entrata, regolamentazione e diminuzione delle multe. Il 6 maggio Wild, contitolare del cotonificio Wild & Abegg consegna all’ufficio del sindaco di Torino Frola un documento sottoscritto dai proprietari tessili Mazzonis, Naretto, Bevilacqua, Jona, Hofmann, Hubscher, Usigli, in cui viene ribadita la chiusura nei confronti delle richieste operaie.
Il 7 maggio un lungo corteo di manifestanti attraversa le vie della città verso la sede della Cdl: un lancio di sassi da parte dei alcuni giovani provoca la reazione delle forze dell’ordine, che sparano contro alcuni manifestanti rifugiatisi nel cortile dell’Ago, la Società generale degli operai. Muore Pietro Cravero, i feriti sono otto e ventidue gli arrestati. L’8 maggio i dirigenti della Cdl e del Partito socialista proclamano lo sciopero generale, che si svolge anche a Bologna, Roma, Milano e Firenze, mentre la mattina del giorno successivo la Cdl dichiara la cessazione dello sciopero dal momento che gli industriali, convocati dal sindaco dopo la morte di Cravero, avevano già accettato le richieste degli operai.
Al ritorno in fabbrica non tutti gli imprenditori, però, tengono fede agli accordi presi: il 22 maggio le 1.800 operaie del cotonificio Poma entrano quindi in sciopero. Il proprietario, Anselmo Poma, risponde immediatamente con il licenziamento delle operaie e la serrata dello stabilimento, concordato con i membri dell’Associazione Industriali Cotonieri. Le operaie ottengono consenso e solidarietà dalla Camera del Lavoro, dalle leghe operaie, dalla sezione socialista. Gli operai di altri stabilimenti raccolgono più di 40.000 lire che permettono alle donne di sopportare due mesi di sciopero. Il 17 luglio il cav. Poma cede alle pressioni operaie e riammette tutte le dipendenti in fabbrica, impegnandosi ad adempiere agli accordi del 7 maggio.

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