Scheda: Evento - Tipo: Politico

I moti: la "rivoluzione dall'alto" del 1848

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A Torino, dopo che moti rivoluzionari della prima metà dell’800 erano stati fallimentari, gli anni 1847 e 1848 furono segnati della cosiddetta «rivoluzione dall’alto» e da manifestazioni che avrebbero portato allo Statuto albertino.


Data dell'evento: 1848

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  • sala 1808

Tra settembre e ottobre 1847 Torino era zeppa di scritte inneggianti alle riforme di Pio IX, cancellate dalla polizia, sistematicamente e senza clamore. Il divieto di manifestare rimase ignorato.

Liberali e riformatori non avevano più fiducia in Carlo Alberto (detto «Re Tentenna») dopo il suo ambiguo atteggiamento nel ’21 e le scelte successive, ma il sovrano introdusse alcune riforme nell'ottobre 1847, sopprimendo i privilegi ecclesiastici e concedendo una limitata libertà di stampa. Seguirono manifestazioni di giubilo e, per la prima volta, il 31 ottobre, fu intonato Il canto degli italiani(1). Iniziò un periodo di fermenti  ma anche la cosiddetta «rivoluzione dall’alto», moderata e messa in atto prima che la rivolta scoppiasse, da parte degli stessi ceti dirigenti, grazie alla prevenzione e alla persuasione. Ruolo fondamentale di calmieratore e guida vi ebbe la guardia civica di volontari torinesi, capitanati da Roberto d’Azeglio, antesignana della milizia comunale ufficiale. Il 27 marzo 1848 ci fu una manifestazione imponente ed ordinatissima con migliaia di persone, coccarde, stendardi, salve di cannone e Te Deum davanti alla Gran Madre. Ne sarebbe scaturito lo Statuto.

 

Note

(1) L'inno noto come Fratelli d'Italia, musiche di Michele Novaro, parole di Goffredo Mameli

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