BLG, parrucchieri, ex Grosso Ormea di Serafino, fioraio
Storico negozio di fioraio fino al 2003, la sua superstite decorazione esterna in ferro e ghisa, affacciata nel sottoportico di corso Vittorio Emanuele, rispecchia le tendenze eclettiche dell’epoca della sua realizzazione.
1. Cenni storici
Il primo intestatario della licenza per l'esercizio commerciale risulta il signor Debois, già titolare della storica attività di fioraio in un locale distante pochi metri, al n. 68.
Il trasferimento nella sede attuale risulterebbe avvenuto nel 1890, come risulta dalla data sul portinsegna. L’insieme devanture-interno, oggi totalmente perso, fu realizzato tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del secolo successivo, negli anni in cui in questa sede è documentata l'attività della signora Vittoria Asinari Marchisio, dal 1905, seguito dalla gestione Grosso e Ormea nel 1914-15.
I proprietari successivi, sino all’ultimo cambio di attività, hanno rispettato la sistemazione originaria, curando inoltre nel 1981 un attento e rispettoso intervento di restauro degli arredi.
Purtroppo l'arredo interno dello storico negozio di fiori è andato disperso con l'ultima trasformazione e negozio di parrucchiere.
2. Arredi
La devanture a monoblocco ferro-ghisa è caratterizzata da un disegno elegante e leggero, con esili elementi strutturali che consentono di ottenere grandi superfici espositive. Dotata di un ingresso arretrato, quattro vetrine (di cui tre aggiunte su disegno e materiali della parte originale, in occasione del restauro eseguito nel 1981) e quattro gioiellerie, ora ha uno zoccolo di granito, ma in origine era in marmo rosso di Verona; il portinsegna è sagomato e arricchito ai lati da due grifoni in ghisa e lampade metalliche.
Il restauro ha riportato alla luce, con la sabbiatura, i particolari decorativi in ghisa: il cartiglio centrale con la data di fondazione: 1890, i grifoni laterali, i tralci di lauro sui montanti. All'estremità inferiore del portinsegna sono fissate due lampade originali a braccio con decori in ghisa.
Il marmo rosso si ripeteva originariamente sui piani di tavoli e banconi dell’arredo interno: sedie di paglia, guéridon, “giostra” balaustrata per l’esposizione di piante e fiori, il tutto laccato verde pallido con filettature dorate, come gli stucchi del soffitto, quasi un salotto d’ispirazione neo-settecentesca purtroppo andato disperso con la chiusura della storica attività nel 2003.
Bibliografia
- Job, Andrea - Laureati, Maria Luisa - Ronchetta, Chiara (a cura di), Botteghe e negozi: Torino 1815-1925. Immagine del commercio fra architettura e decorazione, U. Allemandi, Torino 1984 , p. 168
- Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe a Torino: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2001 , pp. 60, 176, 196, n. 61 p. 271
- Ronchetta, Chiara, Guida alle botteghe storiche di Torino, Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, Torino 2005 , n. 11 p. 66
- Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe in Piemonte: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2008 , n. 222 p. 105
Fonti Archivistiche
- Legge Regionale 4 marzo 1995/n. 34 “Tutela e valorizzazione dei locali storici” catalogo Guarini Piemonte, presso CSI Piemonte, Galfione-Barozzo P., Ruffino M. P., 1998, scheda n. R0158677 e allegati
Fototeca
Ente Responsabile
- MuseoTorino, 2017