Cascina Cavaliera. Fotografia di Ilenia Zappavigna, 2012.
La Cavaliera, cascina a corte chiusa della pianura torinese, trae le sue origini da una grangia cinquecentesca. La sua conformazione attuale risale probabilmente al primo quarto del Settecento e la sua storia è legata a quella della Villa Cristina, infatti la sua produzione era diretta al rifornimento alimentare degli abitanti della villa.
L’edificio della cascina Cavaliera, localizzato nell’area denominata “Feudo di Lucento” ed eretta in contado nel 1733, deve la denominazione alla carica di Corte del suo proprietario, il Cavalier General d’Envie. Oltre a questa, egli possedeva anche la vicina cascina Bergera e la sontuosa villa denominata il “Palazzo”, ovvero Villa Cristina. Tra le funzioni di tali cascine vi era la produzione per il rifornimento alimentare degli abitanti della villa. La sua costruzione risale probabilmente al primo quarto del Settecento e la sua storia è quindi legata a quella della “Villa Cristina”.
In verità l’edificio della Cavaliera trae le sue origini da una grangia cinquecentesca che, con molta probabilità, coincide con quella rappresentata nel “Tippo dei confini fra Torino e Collegno” (rilievo topografico e assonometrico), realizzato negli anni 1579/1580 dai fratelli misuratori De Ferrary. La cascina viene rappresentata in alzato e denominata “cassina del Fauzone”. L’edificio rurale è costituito da un unico corpo di fabbrica con pianta a “L”. Sono visibili casi da terra (despositi di attrezzi e prodotti agricoli), la casa di abitazione su due livelli ed un’altra tettoia. Successive addizioni edilizie, avvenute fra il 1580 e il 1762, ne determinano un’ immagine planimetrica a corte chiusa dove abitazioni rurali, stalle, fienili e casi da terra (depositi di attrezzi e prodotti agricoli) si alternano attorno alla corte. Il “forno da pane” è esterno alle fabbriche. Le origini cinquecentesce della cascina sono altresì attestate dai Testimoniali del 1587, conservati nell’archivio parrocchiale della Chiesa dei SS. Bernardo e Brigida di Lucento, che registrano un passaggio di proprietà da Ludovico Fusone, comproprietario con i Cremieux della vicina cascina Continassa, a Pietrino Napero.
Nella Carta topografica della caccia del 1762, viene rilevata come “Cascina Cavagliera” e presenta un impianto planimetrico ad “L” con corte chiusa.
L’architetto Amedeo Grossi nel 1790 rileva la “Cavaliera cascina dell’Ill.mo sig. Cavaliere e General d’Envie situata alla sinistra della strada di Druent, verso la Saffarona distante due miglia e mezzo da Torino nel medesimo territorio”.
Nel 1793 ne risulta proprietario Lorenzo Giovanni Batta Amoretti Conte d’Envie come erede del fratello Benedetto Amoretti Cavaliere e Generale delle Armate di Malta.
Il paesaggio d’intorno è costituito da campi, prati, strade e dal braccio della bealera (canale d’irrigazione) Putea che scorre nei pressi della cascina.
Nelle mappe del Catasto napoleonico del 1805 è rilevata come “Ferme la Cavalliera”.
Non si registrano variazioni planimetriche fino agli anni ’20 del XIX secolo quando il Catasto Gatti riporta un ampliamento delle fabbriche mediante l’edificazione di una nuova manica a nord-est che configura una “C”. In quel periodo la cascina risulta composta da case rustiche, cortile ed orto; la proprietà è attribuita ai “Reali Eredi di S.M. Vittorio Emanuele I”.
La Variante al Piano Regolatore del 1926 riporta la costruzione di un nuove ali di fabbriche che coprono la quasi totalità del perimetro; ulteriori ampliamenti sui registrano nella seconda metà del XX secolo.
Le abitazioni delle famiglie contadine e dei margari sono suddivise in due blocchi rispettivamente a tre e quattro piani fuori terra. L’ingresso alla corte avviene mediante un portale ad arco e copertura in coppi che, unitamente all’apparato murario in ciottoli di fiume listati di mattoni, connotano l’edificio nella tipologia delle cascine sei-settecentesche.
Attualmente l’edificio, di proprietà privata, si presenta in mediocre stato di conservazione e versa in stato di abbandono.
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
LA CAVALIERA
Strada Vicinale delle Vallette 233
Cascina di pianura.
Segnalazione di edificio rurale di significato documentario, tipico esempio di cascina di pianura, inserita ora in area verde ed in uso agricolo.
La costruzione risale probabilmente al primo quarto del Settecento. La sua storia è legata a quella di Villa Cristina.
A. GROSSI. 1790. p. 40; CARTA COROGRAFICA DIMOSTRATIVA […], 1791, 15, A. l; PLAN GEOMÉTRI(2UE [… ], 1805; [Catasto RABBINI]. 1866; TOPOGRAFIA / DELLA CITTÀ […], 1840; E. GRIBAUDI ROSSI, 1970. pp. 168, 171. 221.
Tavola: 16