Scheda: Tema - Tipo: Cultura e istruzione

L'Università nel Settecento

Nella prima metà del Settecento, un’organica riforma dell’Università e della scuola superiore rende le istituzioni scolastiche parte integrante del sistema statale; l’Ateneo acquisisce importanza e docenti di prestigio. Sul finire del secolo si assiste a fenomeni di decadenza e di chiusura, per timore di sedizioni.


Periodo di riferimento: XVIII secolo

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  • università

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  • sala 1780

L’Università torinese fu profondamente riformata nel 1720-1723. Fondamentali furono l’intervento, dal 1717, del messinese Francesco d’Aguirre, uno degli intellettuali giunti dalla Sicilia al seguito di Vittorio Amedeo, e quelli successivi dal 1729 al 1737-1739, quando, però, l’impulso innovativo si era ridotto.

Ne emerse un sistema centralizzato e parte integrante dello Stato, in cui l’Ateneo era tappa fondamentale per molte professioni (architetto, medico, giurista, …). I professori ebbero un impiego stabile ma anche maggiori obblighi, e vennero sottoposti al controllo del Magistrato della riforma, che era un organismo collegiale. Tra i docenti compaiono figure di grande rilevo: G.B. Beccaria, Cigna, Eandi, Allioni, Lama. Per gli studenti vi furono esami meglio definiti; aumentò il numero degli insegnamenti, che passarono da 16 a 23, e furono arricchiti i contenuti dei corsi. Nel 1729 fu fondato l’Orto botanico.

Le attività legate all’Ateneo e l’arrivo di studenti e docenti da fuori Torino costituirono una fonte di guadagno per la città ma anche, talvolta, causa di disordini.

A fine secolo, però, l’Ateneo iniziò a decadere; si assistette infatti alla fuga dei professori migliori e ai tentativi di controllare gl’insegnamenti, culminati nell’interruzione delle lezioni, nel 1792, per evitare la circolazione di idee sediziose.

Alla riforma universitaria si legò quella della scuola superiore che fu sottratta al monopolio religioso e che ebbe la sua istituzione di punta nel Collegio delle Province, in cui cento allievi poveri ma meritevoli, provenienti da ogni parte del Regno, avevano diritto a vitto, alloggio ed istruzione gratuiti.

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