Scheda: Tema - Tipo: Economia e industria

Il dopoguerra e la ricostruzione

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Nei difficili e frenetici anni che seguirono la fine della guerra ci si impegnò per ridare un volto normale alla città e per risolverne i problemi più pressanti quali il rifacimento delle infrastrutture distrutte, la carenza di case e tutte le attività lavorative da rilanciare.


Periodo di riferimento: XX secolo

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  • sala 1961

Torino uscì dalla guerra in condizioni tremende: il 6,8% dei vani d’abitazione risultava distrutto e il 30,9% danneggiato; analoghi danni aveva subito la produzione, con 53.000 disoccupati nell'intera provincia, mentre il costo della vita continuava ad aumentare; delle 585 motrici tranviarie solo 260 erano in condizioni accettabili, con tutte le altre o completamente distrutte (69) oppure non funzionanti; non meglio stavano le linee e i depositi, e altrettanto difficili erano gli approvvigionamenti.
L’inadeguatezza delle norme sui danni di guerra e la mancanza di sovvenzioni statali imposero al Comune di alienare parti del proprio demanio per affrontare la carenza di abitazioni (fu avviata la costruzione delle case di edilizia popolare di Mirafiori, corso IV Novembre e via Fiochetto) e tutti i problemi relativi alla disoccupazione e alla mancanza di grandi infrastrutture (l’aeroporto sarebbe stato inaugurato solo nel 1953) e di tutti i servizi pubblici necessari. In soli quattro anni si ripristinarono trasporti e servizi, si avviò la realizzazione di nuove infrastrutture e si soddisfece più di un quarto del fabbisogno edilizio, ma nel complesso la ricostruzione, resa difficile da tanti problemi impellenti e dalla carenza di mezzi, procedette senza un preciso progetto complessivo.
Intanto, le grandi industrie a poco a poco si risollevarono e poterono ammodernarsi anche grazie ai prestiti internazionali dell'ERP (European Recovery Program), ma altrettanto non poterono fare  le piccole e medie attività e il settore tessile.

 

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