Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Villa "Il Gibellino"

Tipica cascina extraurbana di impianto settecentesco, che conserva ancora in parte l’aspetto rustico originario con villa padronale, cappella e giardino. Riuscì a sottrarsi alla distruzione prevista dal piano regolatore del 1906.


Indirizzo: VIA ANGELO SISMONDA 18

Progetto: XVIII Sec. (1700-1799)

Categorie

  • villa | cascina | abitazione

Il nome della cascina deriva dalla famiglia dei Gibellini, forse di origine novarese, che ricoprì incarichi pubblici a Torino sin dal XV secolo e che alla fine del Settecento possedeva diverse terre in regione Valdocco. La villa è documentata per la prima volta nella Carta dei Distretti delle Regie Caccie del 1762, dove compare con una pianta articolata, fronteggiata da un edificio a “L” a delimitare una corte rettangolare con due giardini. Le origini della villa potrebbero però risalire all’inizio del Settecento, se è vero che insieme alle cascine Calcaterra e Anselmetti venne usata come postazione difensiva delle truppe piemontesi durante l’assedio del 1706, per colpire l’esercito del generale Louis d’Aubusson de la Feuillade (1673-1725), asserragliato nel castello di Lucento.
Alla fine del XVIII secolo Giovanni Amedeo Grossi la descriveva come «villa, con Cappella, e giardino del Signor Banchiere Tron situata alla destra della strada di Colegno nella region di Coleasca vicino alla bealera Meana distante un miglio da Torino». Il suo proprietario, membro della Società Agraria, risiedeva abitualmente nei pressi del duomo di Torino e, oltre al Gibellino, possedeva un’altra villa con cappella e giardino lungo la strada di Fenestrelle, non distante dal santuario della Madonna del Pilone.
Giuseppe Maria Tron durante l’età napoleonica riuscì a mantenere il possesso sulle sue proprietà e soltanto successivamente decise di vendere il poco produttivo Gibellino a Giovanni Antonio Bono; la carta del catasto napoleonico (1806) mostra infatti una villa residenziale a corte chiusa circondata da un enorme parco che si estendeva dalla cascina Morozzo alla Calcaterra, con funzioni agricole molto limitate. Nelle mappe successive la villa del Gibellino appare con la planimetria attuale, ovvero un corpo centrale con due lunghe maniche unite da un ingresso che abbraccia un cortile d’onore tenuto a giardino; tutto ciò che resta degli estesi giardini è ora un limitato appezzamento oltre le maniche e una porzione di bosco nella scarpata su corso Appio Claudio, l’antica strada comunale della Pellerina.
L’ottimo stato di conservazione della villa, recentemente restaurata, permette di leggervi ancora oggi particolari architettonici di pregio quali paraste, campanili a vela, comignoli e la cappella a pianta rettangolare, separata dalla villa. Insieme ad altri edifici contigui, la villa si è fortunatamente sottratta alla distruzione prevista dalle indicazioni del piano regolatore del 1906, che spinse l’ampliamento della città verso un territorio sino a quel momento interamente rurale. La dimora passò in seguito alla famiglia Della Chiesa di Cervignasco e Trivero e, tramite l’unione tra la contessa Lidia con Vittorio Ernesto Piozzo di Rosignano, a quest’ultima famiglia, che ne detiene tuttora la proprietà. La villa è sottoposta a provvedimento di tutela ai sensi del codice dei beni culturali D.M. 25/7/1988.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA PIOZ DI ROSIGNANO
Via Sismonda 18

Villa.
Edificio di valore storico-artistico e ambientale, significativo esempio di residenza extraurbana settecentesca, sebbene rimaneggiata.
«Villa con cappella e giardino del signor Banchiere Tron» questa è la descrizione del Grossi alla fine del XVIII secolo. Nella Carta della Caccia appare con pianta articolata fronteggiata da un edificio ad «L» che delimita una corte rettangolare quindi la prima fase di impianto si può ascrivere alla metà del Settecento e la sua denominazione a cascina Gibellino. Già nella mappa napoleonica e nella Rabbini appare con la planimetria attuale, si può quindi dedurre che subì sostanziali lavori nella seconda metà del XVIII secolo, con la conservazione del piccolo giardino sul lato sinistro e l'ampliamento di quello nella zona della facciata.

Carta topografica della Caccia, [ 1762], tav. 28; A. GROSSI, 1790; CARTA COROGRAFICA DIMOSTRATIVA […], 1791, I, 74; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XVII; E. GRIBAUDI ROSSI, 1970, pp. 133, 140.
Tavola: 32

Bibliografia

Fonti Archivistiche

  • Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte Topografiche Segrete, Torino 15 A VI Rosso, Carta dei Distretti delle Regie Caccie, 1761 ca., cartella 1, fol. 3.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, serie D, Carta Corografica Dimostrativa del territorio della Città di Torino, luoghi e parti confinanti, Giovanni Amedeo Grossi, 1791, n. 1800.
  • Archivio di Stato di Torino, Sezione Riunite, Catasto francese, Allegato A. Mappe del catasto francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, 1806.
  • Archivio Storico della Città di Torino,Tipi e Disegni, rotolo 3 D, Catasto Geometrico-Particellare della Città di Torino (Catasto Gatti), Foglio d’unione, geometri Andrea e Alberto Gatti, ingegner Barone, 1833.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, serie D/1812, Carta dei dintorni di Torino, geometra Antonio Rabbini, 1867.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Tipi e Disegni, 64.8.6, Carta topografica del territorio di Torino divisa in sette fogli per opera dell’Ufficio d’Arte della Città, 1879, tav. 2.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Serie 1K 14, Pianta della Città di Torino coll’indicazione del Piano Unico Regolatore e di ampliamento, 1906, all. 3, tav. 6.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, serie D, Pianta topografica della Città di Torino e dei dintorni con l’ausilio e la rettifica dell’Istituto Geografico Militare con il concorso degli Ufficiali delle Scuole di Guerra e del Presidio di Torino, 1911, n. 135.
  • Archivio Storico del Comune di Torino, Tipi e Disegni, 64.8.30, Pianta di Torino, coll’indicazione dei due Piani Regolatori e di ampliamento rispettivamente della zona piana (vigente per legge 5 aprile 1908 e Regio Decreto 15 gennaio 1920) e della zona collinare (vigente per Decreto Luog. 10 Marzo 1918) aggiornati colle varianti approvate successivamente sino a marzo 1926, 1926, tav. 3.
  • Archivio Storico del Comune di Torino, Tipi e Disegni, 64.7.8, Pianta della Città di Torino, coll’indicazione dei due Piani Regolatori e di ampliamento (…) della zona piana (vigente per legge 5 aprile 1908 e Regio Decreto 15 gennaio 1920) aggiornati colle varianti deliberate successivamente sino a giugno 1935, 1935.

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Ente Responsabile

  • Associazione L&M – I Luoghi e la Memoria