Scheda: Tema - Tipo: Architettura e urbanistica

Borgo del Martinetto

Il «Borgo del Martinetto» è situato nel quartiere San Donato, di cui rappresenta l’estrema parte occidentale, vagamente triangolare, tra l’ospedale Maria Vittoria e l’ansa del fiume Dora.

 


Inizio: XV Sec. (1400-1499)

Periodo di riferimento: XIX secolo
trasformazione

1. Le origini

Nel corso del Quattrocento, Torino dopo un periodo di stagnazione economica e di regressione demografica (1), inizia una ripresa delle attività economiche, testimoniata da alcuni insediamenti produttivi lungo la «bealeria Colleasche», il canale che dalla «ficca» (la diga a tracimazione, tuttora visibile nel parco Carrara o della Pellerina, seppure più volte rimaneggiata) alimentava la città.

Accanto ai mulini, cominciano ad essere utilizzati i martinetti, macchine che, sfruttando l’energia idraulica, sono in grado di sollevare pesi e vengono usate per la macinazione di spezie, la concia di pelli, la produzione di tessuti, la lavorazione di rame e ferro.

Nel 1424 i fratelli Pogetti ottengono la disponibilità di un terreno, ove edificano un martinetto per la lavorazione del bronzo e del rame, a cui si aggiunge successivamente una «canaperia», per la produzione di canapa. L’espansione dell’impianto produttivo e la rilevanza del medesimo caratterizza la zona dell’insediamento, che comincia ad essere identificata come «Martinetum», in alternativa a «Colleascham», che indicava la strada principale da Torino a Collegno.

Rilevato dalla città di Torino un secolo dopo, il complesso è trasformato in mulini da grano, con annesso un battitoio per la canapa (2).

A mano a mano che lo sviluppo dell’incipiente industria cresce, nel corso del Seicento e del Settecento gli insediamenti produttivi si infittiscono, seguendo il corso del «Canale del Martinetto», che, per esigenze anche militari, è spostato verso occidente, dove troverà la sua collocazione definitiva e, attraverso varie trasformazioni, viene alla fine collegato con il «Canale dei Molini di Dora», cosicché la denominazione Martinetto estende l’area di riferimento fino al fiume Dora.

Gli insediamenti industriali portano con sé anche quelli residenziali fino a determinare l’esistenza di un vero e proprio borgo, che, tuttavia, nel corso dell’Ottocento viene via via inglobato nel «Borgo San Donato».

2. Il «Borgo Martinetto»

All’inizio dell’Ottocento il «Borgo del Martinetto» è un’entità precisa della città, che dopo il periodo napoleonico ha un intenso sviluppo verso la parte occidentale, e costituisce un borgo separato, a vocazione artigianale e industriale, immerso in un territorio in larga parte ancora rurale, collegato al centro urbano da un’unica via (l’attuale via San Donato), che all’epoca si chiamava «Strada del Martinetto».

Il borgo, scarsamente popolato, ma con numerosi insediamenti produttivi, prende la denominazione dal «Canale del Martinetto», che proprio nel cuore dell’area si dirama attraverso uno sfioratore dal «Canale di Torino» in direzione del fiume Dora, costeggiandolo fino al «Canale Nuovo» o «Canale Meana». Dalla denominazione del sito prendono nome anche alcune località, come la cascina del Martinetto, visibile anche nel «Catasto Napoleonico» del primo Ottocento, localizzabile ove ora è situato l’ex Istituto salesiano Richelmy, attualmente in fase di profonda ristrutturazione.

Al momento della costruzione della cinta daziaria (1853), uno degli accessi, quello corrispondente alla Strada del Martinetto, viene così denominato «Barriera del Martinetto».

La denominazione Martinetto rimane anche quando il «Borgo San Donato» a partire dalla fine Ottocento, diventa nettamente predominante rispetto ai territori circostanti, che sono successivamente inglobati, come, per esempio, l’Oratorio e l’Istituto salesiani «del Martinetto», che diventerà Richelmy solo nel 1923 (3).

Ancora a metà Novecento, nonostante ormai l’area compresa fra via San Donato e il fiume Dora fosse densamente popolata e non vi fosse soluzione di continuità negli edifici residenziali, la vocazione produttiva del Martinetto mantiene la denominazione di un territorio, che non era più un borgo né era diventato un rione, ma conservava una sua identità.

3. Il «Martinetto» attuale

Le uniche tracce superstiti del «Borgo del Martinetto» sono probabilmente la via e il Sacrario omonimi, che ne richiamano la memoria, e il tracciato di alcune vie ed alcuni edifici, che ne ricordano l’esistenza.

La via Martinetto, compresa fra via San Donato e corso Regina Margherita, percorre il tracciato del «Canale del Martinetto», che derivava dal «Canale di Torino», all’altezza di via San Donato.

Il Sacrario del Martinetto è la parte rimasta del poligono di tiro edificato nel 1883 e dedicato ai 59 fucilati durante la Resistenza alla Repubblica Sociale (1943-45), tra cui il generale Perotti ed altri sette membri del Comitato militare piemontese del CLN (5 aprile 1944). Smantellato nel 1951, è stato dichiarato «luogo sacro di interesse nazionale».

Il tracciato irregolare o tronco di alcune vie (Martinetto, Alasonatti, Pinelli, Principessa Clotilde, Del Sarto, Don Bosco, Fossano, la stessa via San Donato), risente della presenza del canale, a ridosso del quale il «borgo» si è sviluppato.

La presenza di alcuni edifici (Mulini Feyles, concerie Azimonti e Laurenti, tappetificio Paracchi, cartiera di San Cesario) richiamano la vocazione industriale del «borgo» e la sua compenetrazione con il canale omonimo.

Note

1 Stefano A. Benedetto, Forme e dinamiche del paesaggio rurale, in Rinaldo Comba e Rosanna Roccia, Torino fra Medioevo e Rinascimento, Archivio storico della Città di Torino, Torino 1993, p. 241.

2 Maria Teresa Bonardi, Canali e macchine idrauliche nel paesaggio suburbano, in Giuseppe Bracco (a cura di), Acque, ruote e mulini a Torino, Archivio Storico della Città di Torino, Torino, 1988, pagg. 117 e segg..

3 Bollettino Salesiano, anno 1923, n. 12.

Bibliografia

Fonti Archivistiche

  • Archivio Storico della Città di Torino, Tipi e Disegni, rot. 3 D
  • Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Finanze, Catasto Napoleonico
  • Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, D 105; 119
  • Archivio della Camera di Commercio di Torino, Fascicolo Laurenti
  • Archivio Storico della Città di Torino, Ordinati, vol. 62, cc. 109 r.-111 r.; vol. 64, cc. 108 r.-v., cc. 115 r.-v., c 117 r.; vol. 66, c. 9 v.; 79, cc. 20 v.-22 r.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Carte Sciolte, n. 1905, 24 novembre 1424
  • Archivio Storico della Città di Torino, Collezioni V, Libri dei consegnamenti, quartiere di Porta Pusterla, 1464, vol. 1082, c. 78 v.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Protocolli e Minutari, vol 3, cc. 58 r.-59 v; vol 9, cc. 4 r-v; vol 9, cc. 10 r.-11 r.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Carte Sciolte, n. 1977
  • Archivio di Stato di Torino, Corte, Carte Topografiche segrete, Torino 15. A.VI rosso
  • Archivio Storico della Città di Torino, Ordinati, vol. 237, 1707, pagg. 76 v e 211 v.

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Ente Responsabile

  • Comitato Parco Dora