Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Albergo della Corona Grossa o casa Broglia

L'edificio, oggi adibito a uso di civile abitazione e negozi, conserva ancora l'impianto del secolo XVI; si caratterizza per la sua posizione ad angolo e per la presenza al piano terreno, dove erano le botteghe, di ampi archi. L'edificio fu fortemente danneggiato nella parte superiore da un bombardamento del 1943.


Lat: 45.073488 Long: 7.683351

Notizie dal: 1323

Ampliamento: 1379

Bombardamento: 13 Luglio 1943

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Categorie

  • bombardamento | abitazione | albergo | medioevo

Tag

  • mostra medievale | bombardamenti

1. Storia dell'edificio

L'edificio era anche noto come casa Broglia, dal nome della famiglia chierese che lo possedeva; una denuncia catastale del 1323 attesta che a quella data la casa apparteneva già ai de Broglia. La sua posizione, non distante dal castello e da piazza delle Erbe - e quindi dal cuore economico della città - , la presenza di un'ampia stalla, dove alloggiare i cavalli - un conto del 1379 attesta che a quella data i cavalli del principe d'Acaia si trovavano nella stalla dell'albergo -, erano elementi che permettevano alla famiglia de Broglia di denominare il proprio immobile albergo e non taverna. La distinzione si fondava infatti sulla capacità di offrire o meno vitto e alloggio sia agli uomini sia ai cavalli. Un albergo necessitava infatti anche di un corredo da letto idoneo, considerato un bene prezioso, come dimostra la sua descrizione nelle dichiarazioni catastali.

All'Albergo della Corona Grossa furono alloggiati la maggior parte degli ambasciatori ricevuti a corte; il loro conto spese prevedeva, oltre a quelle del loro mantenimento, anche quelle per il ricovero e il foraggiamento delle loro cavalcature; la presenza di un'ampia stalla faceva quindi dell'albergo della Corona Grossa una sede adeguata per gli inviati di altri sovrani.

2. Bombardamenti

L'isolato compreso fra le vie Conte Verde, Torquato Tasso, Porta Palatina e della Basilica fu interessato da bombardamenti, in particolare il 13 luglio 1943. I danni più gravi si registrano sullo stabile di via Torquato Tasso (allora civico 13) all'angolo con via Porta Palatina e via IV marzo (allora civico 8). L'edificio allora ad uso abitazione (59 appartamenti per un totale di 98 stanze) e negozi, che un tempo ospitava l'albergo della Corona Grossa, fu colpito da bomba incendiaria e dirompente che causarono il parziale schiantamento della copertura del tetto e la distruzione di parte del fabbricato con crollo di muricci, plafoni, cornicioni. La ricostruzione postbellica evidenzia il danno: la parte superiore dell'edificio viene intonacata, mentre la parte inferiore, conservatasi, resta in mattoni a vista.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
HOSPICIUM SIGNI CORONAE
Via Porta Palatina, Via Tasso 13

Casa medievale con restauro ottocentesco.
Edificio di valore ambientale e documentario, unico esempio di architettura alberghiera tardo-medievale, caratteristica testimonianza di restauro con i criteri e nel gusto della fine Ottocento. Caratterizza l'ambiente della piazzetta e della Via IV Marzo, realizzate con i risanamenti di fine Ottocento. Costruzione del XVI secolo a cui fa riferimento la denuncia catastale del 1323 di Pietro Broglia, cittadino torinese, restaurata da R. Brayda negli anni intorno al 1880. I quattro piani fuori terra, separati tra loro da ricche cornici in cotto, sono illuminati da ampie finestre inquadrate da eleganti modanature pure in cotto. Perduto lo schema funzionale e compositivo dell'Hospicium Piemontese per l'adattamento a casa di abitazione, rimane ancora un soffitto ligneo, al 1° piano, in parte accertato dal Brayda.

ASCT, coll. V, n. 1171, fol. 10I r, registri catastali torinesi del 1523; R. BRAYDA, 1887, pp. 298-304; SBAAP, Rilievi [R. BRAYDA], n. 1070/65/3, 1070/65/2, 1070/65/1; V. BORASI, in Istituto di Architettura Tecnica [...], 1968, vol. II, p. 454, fig. 103.
Tavola: 41

Fonti Archivistiche

  • ASCT Fondo danni di guerra, inv. 19, cart. 1, fasc. 19 n. ord. 10

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Ente Responsabile

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  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà