Scheda: Tema - Tipo: Economia e industria

Economia e lavoro nel Novecento

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Nel XX secolo Torino era si affermò definitivamente come la città della grande industria e della classe operaia.


Periodo di riferimento: XX secolo

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  • sala 1922

Agli esordi del XX secolo Torino si era ormai trasformata in una moderna città industriale, e solo nel vecchio centro storico restavano prevalenti le manifatture artigiane di tipo ottocentesco.
Dagli anni ’20 l’industria meccanica prese a crescere, superando i settori tradizionali (tessile, legno, pelli, che rimasero a conduzione familiare) e divenendo dominata, a partire dagli anni trenta, dalle grandi concentrazioni.
Si ebbe una modesta mobilità sociale, con alcuni membri di famiglie operaie che diventavano impiegati o operai specializzati (le nuove scuole di tipo tecnico furono istituite proprio per formare queste nuove tipologie di lavoratori). Il regime difendeva i salari operai, ma operava soprattutto nell'interesse della piccola borghesia, dei commercianti e degli impiegati. Pesanti furono le ripercussioni della crisi del ’29, fronteggiate con interventi assistenziali, talvolta concessi in modo discriminatorio, e con l'avviamento di grandi opere pubbliche (abbassamento del piano ferroviario, 1927; autostrada Torino-Milano, 1928).
Le principali imprese torinesi di quegli anni erano la Fiat, l'Italgas, la Sip (Società idroelettrica piemontese) e la Snia Viscosa (Società di navigazione italo-americana, di Riccardo Gualino); i principali istituti di credito,  oltre alle filiali delle banche nazionali, la Cassa di Risparmio, l'Istituto San Paolo, il cattolico Credito piemontese e la banca Agricola italiana (fondata a Casale Monferrato).