Gaio Baburio Melisso
Le epigrafi recuperate demolendo il bastione della Consolata, costruito dai Francesi tra il 1536 e il 1542, e i vicini tratti della cinta di età romana erano probabilmente servite come materiale per riparazioni o rinforzi delle murature antiche.
Introduzione
Gaio Baburio Melisso fece incidere, su una lastra di marmo greco, l’iscrizione funeraria per sé e per i suoi cari mentre era ancora in vita. Egli ricorda di aver ricoperto due cariche religiose connesse al culto imperiale; la seconda, legata al culto della famiglia Flavia, al potere dal 69 d.C., permette di datare l’epigrafe agli ultimi decenni del I secolo.
L'iscrizione
V(ivus) f(ecit) / C(aius) Baburius / Melissus / VIvir et / [Fl]avialis / [sibi e]t suis
Lo fece da vivo. Gaio Baburio Melisso, seviro e flaviale, per sé e per i suoi
Bibliografia
Ente Responsabile
- MuseoTorino
- Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie