Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Scuola elementare Aristide Gabelli

Storica scuola nata con il nome di “Monterosa”, si trasforma durante la Seconda Guerra Mondiale in sede temporanea degli uffici FIAT e poi in caserma dei partigiani.


VIA SANTHIA' 25

Committenza: 1914

Costruzione: 1915

Ampliamento: 1920

Ampliamento: 1927 - 1928

Bombardamento: 13 Luglio 1943

Inaugurazione: 24 Maggio 2015
del Museo scolastico

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  • bombardamento | caserma | ufficio | liberty | rifugio antiaereo | scuola

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  • bombardamenti

1. La storia

A partire dal 1910 si pensa alla costruzione di una scuola tra via Monterosa e via Elvo per venire incontro al forte aumento di popolazione verificatasi nella zona, che rende non più sufficiente la vicina Scuola elementare Pestalozzi. La sua realizzazione è approvata nella seduta del Consiglio Comunale del 27 aprile 1914: l’edificio, ultimato già l’anno successivo, comprende 26 aule, locali per la direzione e per insegnanti, museo didattico, biblioteca, due palestre, refettorio, bagni con doccia ed alloggi per bidelli. Il progetto è dell’architetto comunale Camillo Dolza, che inserisce elementi liberty nella facciata. L’importo totale delle opere ammonta a 470.000 lire.

Nel 1918-1919 si avverte già il bisogno di un ampliamento che si effettua l’anno successivo con la costruzione di un secondo blocco che chiude l’isolato con un cortile centrale in cui crescono viti, alberi da frutto e tigli. Nel 1926 la Gabelli conta 1000 allievi e dispone di due palestre, teatrino, cinematografo, ed è sede di patronato. Vi sono due succursali in via Soana con 6 classi e in corso Vercelli con 2 classi. Nel 1928 la scuola partecipa alle manifestazioni per celebrare il decennale dalla battaglia di Vittorio Veneto e alla presenza di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta il 24 maggio 1929 inaugura le targhe in memoria dei caduti, affisse fuori dalle aule. Intanto nel 1927-1928 avvia corsi integrativi di avviamento al lavoro, e in ore extrascolastiche un corso di 25 ore settimanali per la decorazione delle ceramiche e lavori femminili d’arte. In questi anni gli alunni sono oltre 2000 e si rende necessario prendere in affitto locali privati in via Santhià 24 per integrare il numero di aule. In una nota del Direttore Generale delle scuole torinesi, Leopoldo Ottino, si legge in particolare per la sezione femminile «lumeggia l’opera della scuola sotto ogni riguardo. Segnalate alcune insegnanti particolarmente benemerite»¹.

Gli anni della seconda guerra mondiale segnano un momento complesso per la scuola: oltre ad avere un rifugio antiaereo, si trasforma in sede temporanea per l’accoglienza dei sinistrati con 200 posti, poi accoglie parte degli uffici FIAT danneggiati dagli eventi bellici, e infine è trasformata in caserma per i partigiani. Il 13 luglio 1943, inoltre, viene colpita da bombe dirompente e incendiaria che causano il parziale sinistramento di un piano, il distacco parziale della copertura del tetto con screpolatura di volte e schiantamento parziale degli infissi. Una palestra viene distrutta da bomba incendiaria.

Al termine del conflitto la scuola riprende regolarmente le lezioni. In questi anni tra le attività didattiche non è trascurabile l’utilizzo del cortile per l’allevamento di api e la produzione di miele. Nel 1969 la Gabelli conta 1901 allievi di cui 38 in classi differenziali. Dieci anni dopo gli alunni scendono a 1400, suddivisi ora in 66 classi costrette ai doppi turni.

La Gabelli negli ultimi anni ha dedicato molta attenzione alla storia della propria scuola, valorizzandone anche i documenti di archivio e pubblicando materiale frutto della ricerca con gli alunni. Attualmente è sede del CTP per il conseguimento della licenza media per adulti.

2. Il museo scolastico

La scuola Aristide Gabelli nel 2015 compie 100 anni. In tale occasione ha voluto creare un museo scolastico sia per disporre di un laboratorio attivo e trasversale alle varie discipline sia per rendere omaggio alla storia e all’identità della Gabelli che, fin dalla sua nascita, era dotata di un museo scolastico.

Il museo espone il suo patrimonio storico e testimonia l'evoluzione dei supporti didattici delle varie materie: dalla matematica alla scienza, dall’italiano all’informatica. Di interesse sono i giornalini scolastici prodotti dalla scuola negli anni Cinquanta e Sessanta e il grande taglia carte che ricorda la presenza nella scuola dei laboratori tipografici. La ricostruzione dell’infermeria, l’angolo dedicato al disegno, gli attestati e alcuni apparecchi per le proiezioni luminose raccontano aspetti della vita di questa scuola. Il percorso insiste su tre argomenti principali che caratterizzano fortemente la storia passata, attuale e presumibilmente segneranno quella futura della Gabelli:

- il rapporto tra l'edificio scolastico e il territorio perché la scuola nacque proprio per rispondere alle esigenze specifiche degli abitanti di Barriera cioè di una zona in rapido cambiamento e sempre più popolosa;

- la vita scolastica e le persone che hanno "fatto la storia" di questa scuola raccontati attraverso i ricordi, i programmi, gli orari, le pagelle, le storie della scuola in guerra;

- la capacità di accoglienza perché è stata, fin dai primi anni, una peculiarità della Gabelli, prima nei confronti di coloro che arrivavano da fuori città, dalle campagne e da altre regioni del Nord, poi nei confronti delle grandi immigrazioni dal sud Italia e, successivamente, da altri stati europei ed extraeuropei.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
SCUOLA ELEMENTARE COMUNALE A. GABELLI
Isolato tra le Vie Monterosa, Scarlatti, Santhià, Feletto

Edificio multipiano per scuola con annesse due palestre per complessive 52 aule.
Edificio di valore documentario e ambientale, raro esempio torinese di scuola-isolato per istruzione elementare.
Su progetto dell'Ufficio Tecnico Comunale, con apporto dell'ing. C. Dolza, la scuola fu edificata dal 1914 al 1915 (primo blocco di 26 aule con palestra) ed ampliata nel 1925 con un secondo blocco che trasforma l'iniziale pianta a manica semplice in isolato chiuso, con i bassi fabbricati delle palestre posti a saldatura tra il primo e il secondo intervento.

L. SECCHI, 1927; L. OTTINO, 1951.
Tavola: 27

Fonti Archivistiche

  • ASCT, Fondo danni di guerra, inv. 1660 cart. 34 fasc. 47

Temi correlati

Ente Responsabile

  • Fondazione Tancredi di Barolo
  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà