L’iscrizione, incisa su una lastra di marmo bianco delle cave greche del monte Pentelico, riporta una dedica a Gavio Silvano, illustre personaggio originario di Augusta Taurinorum che aveva fatto una brillante carriera alla corte imperiale. Dopo aver servito nell’esercito, combattendo in Britannia al fianco dell’imperatore Claudio e averne avuto onori e premi, Gavio Silvano si era trasferito a Roma come ufficiale dei pretoriani al servizio di Nerone. Prese parte alla congiura dei Pisoni, pur senza essere scoperto; al contrario, ritenuto un fedelissimo, venne inviato dal principe a consegnare la condanna a morte al filosofo Seneca. Gavio Silvano non ebbe il coraggio di eseguire di persona gli ordini imperiali e inviò al suo posto un centurione. Il vecchio filosofo si suicidò e, qualche tempo dopo, anche Gavio Silvano seguì il suo esempio.

C(aio) Gavio L(uci) f(ilio) / Stel(latina) Silvano / [p]rimipilari leg(ionis) VIII Aug(ustae), / [t]ribuno coh(ortis) II vigilum, / [t]ribuno coh(ortis) XIII urban(ae), / [tr]ibuno coh(ortis) XII praetor(iae), / [d]onis donato a divo Claud(io) / bello Britannico: / [to]rquibus, armillis, phaleris, / corona aurea; / [p]atrono colon(ia) / d(ecreto) d(ecurionum)

A Gaio Gavio Silvano, figlio di Lucio, della tribù Stellatina, già primipilo dell'VIII legione Augusta, tribuno della II coorte dei vigili, tribuno della XIII coorte urbana, tribuno della XII coorte pretoria, insignito dal divinizzato Claudio di decorazioni al valor militare nel corso della guerra britannica: collane, bracciali, falere e una corona aurea; patrono della colonia; (monumento concesso) su decreto del consiglio comunale.