Scheda: Luogo - Tipo: Monumenti, lapidi e fontane

Lapide dedicata a Dante Di Nanni (1925 - 1944)

La lapide dedicata a Dante Di Nanni è collocata sulla facciata della casa in via San Bernardino 14 dove si era rifugiato dopo l'azione del 16 maggio 1944.


VIA S. BERNARDINO 14

Realizzazione: Settembre 1945 - Ottobre 1946
Collocazione della lapide

Restauro: 2011
Intervento conservativo a cura del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale

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  • lapide

Tag

  • lapidi resistenza

Di Nanni Dante 18. 5. 1944

Nato a Torino il 27 marzo 1925, abitante prima in via del Carmine e successivamente nella casa popolare di via Cimarosa 30. Il 1° settembre 1942 si arruolò volontario negli avieri motoristi presso la scuola di Varese; dopo l’armistizio rimase alla macchia sino al 10 dicembre 1943, quando rientrò a Torino. Attraverso l’amico Francesco Valentino, abitante nella stessa casa, il giovane entrò a far parte del Gap comandato da Giovanni Pesce. Il 15 febbraio rimase ferito in un’azione contro i fascisti nei pressi di corso Francia e fu costretto all’inattività per qualche tempo. La notte del 16 maggio 1944, insieme ad altri compagni, partecipò ad un’azione contro la cabina Eiar di corso Giulio Cesare. L’assalto riuscì e l’antenna radio venne distrutta, ma il gruppo di gappisti, intercettato dalla Gnr, fu in parte catturato. Di Nanni, dopo aver fatto perdere le proprie tracce, si rifugiò nella casa di via San Bernardino 14, usata come base, ma ventiquattr’ore dopo, il suo nascondiglio fu scoperto dai militi della Gnr che tentarono di arrestarlo. Di Nanni reagì prontamente e ferì quattro dei cinque uomini andati ad arrestarlo ma rimase bloccato in casa dal fuoco di uno dei militi che sparava dal pianerottolo. In breve, giunsero ingenti forze tedesche e fasciste che circondarono la casa, ma egli continuò a difendersi strenuamente con il lancio di bombe a mano. Solo dopo oltre tre ore gli assedianti riuscirono ad aver ragione del giovane, che per sottrarsi al nemico aveva provato a rifugiarsi nella condotta della pattumiera forse con l'obiettivo di fuggire dal cortile. Entrati in casa, i militi della Gnr non lo trovarono. Mentre stavano valutando il da farsi, un rumore attirò la loro attenzione: proveniva dal muro in corrispondenza della condotta in cui si trovava Di Nanni. Scoperto il giovane, uno dei fascisti gli sparò un colpo alla testa. Medaglia d’oro al valor militare (Asct, Urbanistica e Statistica, Pratica toponomastica n. 669, deliberazioni della Giunta popolare, 10 novembre 1945, verbale 37; Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese; Seicento giorni nella Resistenza, cit., p. 33; Torino 1938/45. Una guida per la memoria, cit., p. 68; Aimlt, Registro autopsie, 1944, verbale n.xxx; N. Adduci, Il mito e la storia: Dante Di Nanni, cit.) (1)

Note

(1) Testo tratto da Adduci, Nicola [et al.] (a cura di), Che il silenzio non sia silenzio. Memoria civica dei caduti della Resistenza a Torino, Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà - Istoreto, Torino 2015, pp. 78 - 79

Fonti Archivistiche

  • Asct, Archivio Storico della Città di Torino
  • Aisrp, Archivio dell’Istituto piemontese per la storia della resistenza e della società contemporanea
  • Aimlt, Archivio dell'Istituto di Medicina Legale di Torino

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Ente Responsabile

  • Istoreto
  • MuseoTorino
  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà