Scheda: Soggetto - Tipo: Società

(Reale) Società Ginnastica di Torino

La Società Ginnastica (Reale dal 1933) è una delle più antiche d’Italia, e la prima ad aver introdotto l’esercizio ginnico. Dopo una breve parentesi al Valentino, ha trovato sede stabile nel quartiere della Crocetta, e ha ampliato i propri orizzonti sportivi: calcio, basket, tennis, pugilato…


VIA MAGENTA 11

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  • associazione sportiva

1. Al Valentino

Nel 1833, il ministro Cesare Saluzzo chiama a Torino dalla Svizzera il maestro di ginnastica Rudolf Obermann. Vincitore della corona d’alloro alle gare federali di Zurigo, Obermann viene incaricato di dirigere la Scuola Militare Ginnastica degli Artiglieri, situata provvisoriamente nel castello del Valentino. Il “ginnasiarca” svizzero applica il metodo ideato in Germania da Adolf Spiess, insegnante e uomo di cultura poliedrico (si interessa di storia, teologia, disegno, musica, canto e, ovviamente, ginnastica): si tratta di esercizi a corpo libero ed evoluzioni agli attrezzi. Il risultato è qualcosa di figurativo e collettivo a metà strada tra l’addestramento e la parata, pensato allo scopo di formare il cittadino-soldato. Siamo ben lontani dallo spirito agonistico e soprattutto dalla pratica sportiva all’aria aperta di matrice anglosassone, all’epoca viste come pericolose tendenze individualistiche. Cresciuto il numero dei frequentatori delle lezioni di ginnastica alla palestra militare del Valentino, il maestro Obermann propone di costituire una Società libera di ginnastici.

2. La Società

Il 17 marzo 1844 viene fondata la Reale Società Ginnastica, la prima società ginnica italiana. Tra i suoi fondatori, oltre a Obermann, ci sono numerosi personaggi della Torino aristocratica, come il dottor Luigi Balestra, i conti Luigi Franchi di Pont e Ernesto Ricardi di Netro, il cavalier Filippo Riveda, l’ingegner Cesare Valerio e l’avvocato Lorenzo Saroldi. Nello statuto si legge che la Società «aveva per scopo di procurare ai soci un regolare corso di lezioni; dare l’educazione fisica ai propri figli e ad un numero di fanciulli poveri proposti da loro; di formare allievi-maestri e diffondere gli esercizi ginnastici tra la gioventù».

L’associazionismo è vietato da Carlo Alberto, ma non nel caso della Reale Società Ginnastica. Quando nel 1848 verrà promulgato lo Statuto albertino, accanto al primo tricolore sventolerà anche il vessillo della Reale Società Ginnastica, bianco e celeste, con il grifone sabaudo e il motto provenzale attribuito al Conte Verde e fatto proprio da Carlo Alberto “Je atans mo anstre” (“Attendo il mio turno”), tuttora inserito nello stemma della Ginnastica. Quella ginnica è un’attività d’elite: tutti i soci – trentaquattro borghesi e otto ufficiali – appartengono all’alta borghesia o all’aristocrazia nobiliare e militare della città, gli unici a disporre del tempo libero necessario per praticare lo sport e del denaro per acquistare le azioni della Società.

Il metodo di Oberman si propone come una fusione di diversi approcci alla ginnastica: esercizi fisici “comandati”, con attrezzi molto impegnativi, di chiaro stampo militare, ed esercizi più “casalinghi”, pochi attrezzi e più corpo libero. Temprare , irrobustire e addestrare i soldati da un lato, far crescere sani ragazzi e bambini e rivitalizzare gli adulti dall’altro.

3. La Palazzina dei Glicini

Ben presto i soci passano da 42 a 83. Viene presa in affitto la Palazzina dei Glicini al Valentino – sulla facciata della quale, una lapide liberty ancor oggi esistente recita: «qui nel 1844 / auspice / re carlo alberto / sorse / la palestra ginnastica / dove si agguerrirono / per le pugne imminenti / i primi soldati / della patria indipendenza» – dove, a quanto pare, gli apprendisti ginnasti devono convivere con gli appassionati del tiro a segno; poi, su progetto dell’ingegnere Cesare Valerio, vengono costruiti un Casino e muro di cinta, molto semplici e spogli, che con l’impianto e l’architettura della palazzina, non hanno nulla in comune. Nel 1846 gli allievi della scuola gratuita superano le 100 unità e sono più del doppio l’anno successivo, quando la Società organizza per la prima volta un corso di formazione per maestri di ginnastica. Tra gli allievi c’è Cesare Caveglia, poi nominato coadiutore di Rudolf Obermann.

4. La nuova sede in corso Re Umberto

La palestra adottata nel 1844 si rivela ben presto insufficiente ad accogliere il numero crescente di sportivi. Nel 1851 il Municipio di Torino concede alla Società Ginnastica l’uso gratuito di un terreno nel sito dell’antica piazza d’Armi di San Secondo, in cambio del diritto di lezioni gratuite per sessanta allievi delle scuole elementari pubbliche.
Al numero 23 di corso Re Umberto viene edificato un “casino ginnastico” su progetto del socio ingegner Ernesto Camuso. L’edificazione è realizzata con i fondi raccolti tra i soci con l’emissione di duecento azioni del valore di cento lire ciascuna. Il “casino” è delimitato a sud dalle proprietà Danna e Ferrari, a est da via Massena e a nord da una via che verrà appositamente chiamata “contrada della ginnastica” fino al 1885, quando diventerà l’attuale via Magenta. Purtroppo l’edificio verrà demolito negli anni Trenta del Novecento a causa della vendita del terreno, e non lascerà nessuna traccia a livello architettonico e grafico. Le prime lezioni nella nuova sede si tengono il 25 aprile 1852.
Il 13 luglio 1861 viene istituito con Regio Decreto un corso magistrale gratuito presso la Società Ginnastica, a cui spetta la direzione e l’insegnamento. I corsi si svolgono ogni anno da agosto a ottobre con lo scopo di formare gli insegnanti di ginnastica, e sono tenuti da Rudolf Obermann, affiancato da Alberto Gamba per la parte di anatomia e igiene. Nello stesso anno la Società riceve anche l’incarico dell’insegnamento della ginnastica agli allievi delle scuole secondarie.

5. La nuova palestra in via Magenta

A questo punto, come emerge da un’adunanza generale della Società, si rivela necessaria la costruzione di una palestra coperta più ampia. L’ingegnere Domenico Regis viene incaricato di progettare il nuovo edificio, che sorgerà tra via Magenta e via Massena. La Città, dopo aver rinnovata la concessione dell’uso del terreno rettangolare della superficie di 3.055 metri quadrati compreso tra le vie Magenta e Massena e corso Re Umberto, contribuisce alla realizzazione offrendo cinquantamila lire.
Portata a termine nel 1866, la nuova palestra comprende una vasta sala dotata di tutti gli attrezzi che può accogliere fino a centocinquanta allievi, e sulla quale si affacciano una galleria per gli spettatori, salette destinate alla ginnastica femminile, alla scherma, ai soci adulti, ai soci minori insieme a locali per gli uffici e per i servizi.
All’esterno, tra il nuovo edifico e quello del 1851, vi è un’ampia palestra scoperta, anch’essa munita di numerosi attrezzi, che può accogliere ben quattrocento allievi.
Nello stesso anno viene istituito, per incarico del Municipio di Torino, il primo corso gratuito di ginnastica per le maestre municipali; inoltre viene aperta la scuola di nuoto sul Po, nei pressi del Valentino. Successivamente inizia il primo corso di equitazione (1870) in collaborazione con la Scuola di equitazione; si apre la scuola di canottaggio (1877); di tiro a segno (1879).

6. Gli ultimi ampliamenti novecenteschi

Nel 1915 l’area viene requisita dalle autorità militari; nel primo dopoguerra la Società si trova a dover affrontare una serie di difficoltà economiche, dovute allo scarso numero di iscritti e alla mancanza di un contributo annuo del Comune. Negli anni Venti si ha una disputa tra la Città e la Società riguardo la proprietà del terreno. La mutata situazione politica risolve tutto. Nel 1930, con un atto del 19 gennaio del Segretario generale della Città, si trova finalmente un accordo: la proprietà del terreno viene ripartita tra Città (1.055 metri quadrati) e la Società (2.000 metri quadrati), che lo ottiene in uso perpetuo gratuito, impegnandosi però a ristrutturare a proprie spese la palestra. La Società perde così la fruizione dei locali del “casino ginnastico” e dell’annessa palestra scoperta. Nel 1932, il socio geometra Bertoli progetta un ampliamento, e la nuova sede viene inaugurata nel 1934. l’ultimo ampliamento risale al 1966, con la nuova palestra dedicata al presidente degli anni Trenta e Quaranta Massimo Cartasegna.
Nel frattempo, la Società Ginnastica dà vita a una squadra di calcio (1898-1902), di basket (1919); istituisce un corso di ginnastica svedese (1898) e si affilia all’Unione Podistica Italiana (1901); viene aperta una sezione dedicata al tennis al Valentino (1898-1928) e una al pugilato (1925).
Nel 1912, due atleti della Società, Luigi Maiocco e Francesco Loy vincono la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Stoccolma. Nel 1933, Vittorio Emanuele III concede alla Società il titolo di Reale.

Cronologia

1844 − Nasce la società, con sede prima nel castello del Valentino, poi nella palazzina dei Glicini;

1851 − Edificazione “casino ginnastico” in corso Re Umberto 23;

1866 − Edificazione della nuova palestra in via Magenta 11;

1932 − Nuovo ampliamento;

1966 − Edificazione nuova palestra Cartasegna.

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