Scheda: Oggetto - Tipo: Oggetto storico-artistico

Dipinto in via Borgo Dora

Lacerto di dipinto murale ancora visibile negli anni Ottanta del XX secolo, ricoperto dall'intonaco in occasione di interventi di ripristino della facciata.

 


VIA BORGO DORA 29/C

Data di riferimento: XVI Sec. (1500-1599) - XVIII Sec. (1700-1799)

Data di riferimento: 1990 - 1999
Restauro dell'edificio e copertura del dipinto

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  • negozio | abitazione

La scena dipinta sul muro di un edificio di civile abitazione e negozi in Borgo Dora, è stata visibile per qualche tempo, negli anni Ottanta del secolo scorso. L'edificio è in via Borgo Dora 29/C, là dove la strada compie un’ampia curva tra le vie Andreis e Mameli. Al primo piano, a fianco di una finestra con balconcino, un ampio squarcio nell’intonaco rivelava la presenza sottostante di un affresco devozionale di discreta qualità. Una foto del dipinto venne pubblicata, nel 1988, sul volume Torino Dieci.

Nel corso degli anni Novanta, la facciata dell’edificio subì un completo ripristino e l’affresco venne occultato dal nuovo intonaco, fu invece restaurata una Madonna, di fattura più recente, probabilmente degli anni Trenta del Novecento, dipinta in una vicina edicola (L. Trevisio, 2002, p. 67, fig. 36).

La frammentarietà della scena e la scarsa definizione dell’immagine pubblicata lasciano qualche dubbio sulla sua interpretazione e sulla datazione dell’opera; a suo tempo, Carlo Alberto Piccablotto la interpretò come una Sacra Famiglia con san Giovanni Battista, evidentemente scambiando il personaggio a sinistra con san Giuseppe, che invece, come si presume dall’abbigliamento, doveva essere un frate domenicano, plausibilmente lo stesso san Domenico.

Alle spalle della Madonna si erge verticalmente una robusta trave: potrebbe far parte di una capanna, come ci si aspetterebbe nel caso ci trovassimo di fronte a un’Adorazione del Bambino, ma non si può escludere che si tratti del fusto della Croce. Quest’ultima ipotesi pare avvalorata da ciò che s’intravede dietro le figure e che sembrerebbero due lunghe lance (appartenenti a soldati romani?). Solo un’indagine del lacerto e dei suoi dintorni potrebbe chiarire se ci troviamo di fronte a un'Adorazione o a un Compianto, oltre a consentire un più agevole inquadramento cronologico dell’opera.

Questo affresco sommerso costituisce (o meglio, costituiva) uno dei rari esempi di espressione pittorica devozionale popolare su edifici cittadini, di rimarchevole delicatezza nella composizione, nel tratto e nella cromia.

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