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intendiamo la semplificazione e lo stilizzamento della
forma naturale, la espressione ,vitale e quella decorativa
concepite con un senso mirabile di unità, la prestanza
della forma plastica innestata, connaturata alla nobiltà
della materia quasi preziosa. e così via via, la Mani–
fattura danese, dicevamo, aveva collocati non pochi
esemplari delle sue vecchie porcellane di stile settecen–
tesco che suonavano offesa non solamente al carattere
della Mostra di Torino in genere ma alla stessa pro–
duzione particolare della Danimarca.
' Al che è da aggiungere che tali esemplari non erano
nemmeno dei più eletti della specie; nemmeno lontana–
mente essi evocavano le glorie della porcellana sassone,
viennese e francese di quel medesimo originario stile, nè
come tecnica, specie pel carattere delle dorature, avreb–
bero potuto reggere al confronto di quelle belle forme
estinte.
Colpita la Giuria da un tal contrasto, inopportunamente
procurato proprio da quella Fabbrica ond'era da aspet–
tarsi l'affermazione più ampia, e più rigorosa dei nuovi
ideali artistici, essa non potè resistere a un interior
senso di rivolta contro il dispregio in -che la gloriosa
Manifattura danese appariva tenere il programma della
prima Mostra d'Arte Decorativa Moderna che si teneva
nel mondo. E cosi il triplice voto pel diploma d'onore
soggiacque all'austera prevalenza del voto dei più.
Il contenuto di questa nota esplicativa e lo stesso
temperamento cui la Giuria si è attenuto rispetto alla
Manifattura Regia di Copenhagen esprimono la 'impor–
tanza suprema che la Giuria stessa attribuisce ai pro–
dotti più puri della Fabbrica danese, della cui dignità
ha voluto assumere quasi una spontanea difesa. Essi tro–
veranno nella pubblicazione futura un esame degno della
loro eccellenza e, sciolti dagl'infausti vincoli fra i quali
vennero esposti a Torino, appariranno, qual sono, primari
documenti dell'arte decorativa moderna.