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I diplomi d'onore votati dalla Giuria a queste tre
Istituzioni di natura così diversa sono frutto di un prin–
cipio unico da noi esplicitamente espresso nelle consi–
dera~ioni
generali e confermato di poi allorchè trattammo
della Sezione Ungherese.
Lo Stato evolve il suo alto potere governativo e
compie il suo non meno alto dovere d'Istituto civile
verso l'Istituto artistico industriale della capitale, e questo,
a sua volta, riverbera sullo Stato la luce dei propri suc–
cessi che la Giurìa della Mostra Torinese ha voluto ancora
una volta solennemente affermare.
Le trine mirabili, che furono decoro della Sezione
'e richiamo nella Mostra dei visitatori più squisiti per
senso d'arte, sono il portato di una fra le officine
del Museo mentovato. Le quali sono molteplici, ma,
a citare ' le sole presenti alla Mostra, indicheremo,
oltre quella dei pizzi, quella d'intarsio in legno, quella
dei lavori di vimini, la scuola di . tappezzeria e re–
stauro di arazzi e la scuola di ricamo. Altre scuole–
officine, non congiunte al Museo, ma legate ai Mini–
steri direttamente e rappresentate a Torino, erano quelle
dei lavori in metalli e della oreficeria di Goblenz -
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in Boemia - e la Scuola industriale di ceramica di
Tepliz, note città dell'Impero per l'esercizio di queste
due arti.
Notabile la forma pratica, conclusiva, onde tutte queste
scuole-officine han dato contezza di sè nella Mostra
.
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Torinese, val dire non con disegni preparatori, non con
progetti più o meno virtuali, ma con opere compiute,
opere pratiche, utili e nobili al tempo stesso quali si
convenivano a istituti educativi che intendono l'altezza
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della propria missione.
Non ora certo possiamo entrare nella disamina parti–
colare di tali opere, ma vogliamo Ptlr dire che le sole
trine della Scuola viennese, nella loro grazia tutta bianca
e modesta, valevano uno dei più sinceri trionfi dell'or-