Ei ci ricordava, fra l'altro, come quella medesima altura
ove noi sedevamo in lieta adunanza, vide" in una trepida
ora della Patria, un re guerriero, Vittorio Amedeo II,
puntare il cannocchiale da campo sulle remote valli per
iscoprirvi i foschi remoti ,fuochi d'un bivacco inimico.
Passò nell'infinito del tempo - egli aggiunse - la for–
tuna di quelle armi e la gloria dell'augusto armato, ma
tornarono i fuochi a illuminare le valli, non più fuochi
di guerra ma di lavoro, non più nutriti da cupidigie di
impero ma da civili concorrenze di opera feconda.
Parimenti ci torna caro il sovvenirci come in una sera
di festa, quantunque velata dal pensiero malinconico di
prossime separazioni, l'Onorevole Tornmaso Villa, Pre–
sidente del Comitato Amministrativo, ci felicitasse, col
suo caldo dire oratorio, del nostro già fornito lavoro e
levasse alto il calice salutando, egli uomo di governo,
i Governanti delle varie "regioni da noi rappresentate e
benaugurando alla prosperità nazionale di tutte.
I due chiari uomini rispecchiavano i sentimenti, come
già rispecchiarono l'opera, di quella duplice falange di
spiriti eletti col nome dei quali vuoi' esser fermata nella
storia la giovanile impresa italiana, posta sotto, gli au–
spici del Trono e felicemente svoltasi sotto la suprema
Presidenza di un Principe di , regal sangue: Vittorio
Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d'Aosta.
Questi prossimi e generosi ricordi c'inducono ad evo–
care, per associazione di sentimenti, ancora una volta
un'azione quanto lontana altrettanto memorabile per noi,
ossia quella prima Mostra Universale di Arte ed Industria
di cui definimmo il
principio
ed il
fine
nelle prime pa–
gine di questo scritto, magnifica opera cui vanno stori–
camente congiunte le magnifiche parole onde essa venne
bandita fra le genti da Vittoria, Regina, nel miglior ful–
gore di sua vita e nella più dolce poesia del suo regno.
E le parole son queste:
«Nutro vivo desiderio di promuovere ,fra le Nazioni