

P A O L O T li A 0 N D I R E V E L
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Con dccreto Reale in data
28
gennaio
è stato nominato Podestà di Torino il Conte
Paolo I haon di Rcvcl
;>.
Torino porge al
suo
Primo Magistrato Ci
vico un saluto pieno di cordiale deferenza.
Con piacere
essa
vede proseguire la tra
dizione dei Sindaci e dei Podestà piemon
tesi di nascita
o, come
in questo caso, di
adozione per lunga tradizione famigliare.
Paolo 1 haon di Revel — nato a Tolone
il
2
maggio 1888 — discende da famiglia
che a buon diritto può dirsi insigne per le
illustri personalità che ha dato alla Patria,
sia quando questa restringevasi nei confini
del piccolo Stato Subalpino,
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Ìa quando fu
realizzata l’unificazione e, più di recente,
allorché l'Italia raggiunse le frontiere na
turali lungamente contese.
Se il nonno di lui fu quel conte Ottavio
di Revel che, in qualità di Ministro delle
Finanze, firmò nel 1848 lo Statuto, suo zio
è il Grande Ammiraglio Paolo Thaon di
Revel, Duca del Mare, che
sì
preziosa coo
perazione die alla Vittoria del 1918, gui
dando con esperto valore le nostre forze
navali.
Tra gli avi e i pro-zii dello stesso nome,
sono due Vieere rii Sardegna, cinque Cava
lieri dell Annunziata, un Maresciallo di Sa
voia e il fondatore dell’arma dei Reali Ca
rabinieri. Questo elenco moito sommario
è
sufficiente a documentare gli alti sensi pa
triottici da cui la famiglia i haon di Revel
fu sempre animata come da una seconda
religione.
1 padre del nuovo Podestà, Conte Vit
torio, fu il penultimo Console Generale a
Trieste; lo zio, Marchese senatore Ignazio,
fu per molti anni assessore comunale a To
rino: il fratello Ignazio, trovandosi da anni
residente a New York, vi ha assunta l’or
ganizzazione del Fascismo, del quale è ca
po per tutti gli Stati Uniti, e, nel vasto ter
ritorio non scevro di ardue difficoltà poli
tiche, sa essere esecutore provvido e fedele
degli ordini e delle direttive del Duce.
Paolo Thaon di Revel, nonostante la gio
vane età, ha già un passato ragguardevole,
testimonianza del suo vivace intelletto
e
della sua volontà fattiva, ch’egli costante-
mente pose, al servizio dell’Italia, conti
nuando in ciò, le nobili consuetudini dome
stiche.
Nel 1914era tra i più fervidi interventisti.
Auspicò la guerra, la combattè da valoroso,
si segnalò per energiche virtù militari. In
qualità di ufficiale di artiglieria prese parte
a tutte le azioni della Terza Armata dall’ot
tobre 1915 all’aprile 1918 procurandosi un
encomio solenne, un encomio particolare
e
una citazione all’ordine dei giorno del VII
Corpo d’armata. A Vittorio Veneto, con
le
schiere al comando del generale Oraziani,
fu m prima linea nella battaglia della ri
scossa e della vittoria sul fronte di Monte
Tomba e della Stretta di Quero.
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