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stituiscono la liast* fondamentale (leiralimenlazione.

Le forze della produzione, gli eserciti del lavoro

italiano, sono posti al servizio non solo di un grande

ideale di indipendenza e di grandezza nazionale,

ma portano anche un contributo enorme al pro­

gresso della tecnica e della scienza. L'Italia offre

al mondo un esempio di quanto può lo spirito sulla

materia. Kd è appunto perchè si tratta anche di

un'opera di autentica e superiore ci\iltà che noi

siamo sicuri che l'aspra e gigantesca battaglia per

l'autarchia economica della Patria sarà vittoriosa

in tutti i suoi molteplici fronti.

Le discussioni svoltesi in seno alla Commissione Su­

prema dell*Autarchia hanno messo in luce, prima

di tutto, un dato di fatto di primaria importanza,

sul quale il Duce ha richiamato l'attenzione del­

l'assemblea e. cioè, che il piano autarchico non

ha affatto giustificato quella pretesa cristallizza­

zione degli interessi precostituiti, che qualcuno te-

me\a. Se ne ha una riprova decisiva nel fatto che.

dal 28 ottobre XV al 29 settembre XVI, su 1940

domande di nuovi impianti industriali, ben 959

sono state accolte, mentre per 259 sono stati ri­

chiesti dei supplementi di istruttoria.

L'esperienza di questi mesi ha anche dimostrato il

fondamento di una delle premesse del piano autar­

chico. che mira anche e sopratutto alla difesa del

lavoro italiano. Dal gennaio 1935 al gennaio 1938

la disoccupazione segna una diminuzione di 200

mila unità. A questi dati corrisponde un rialzo del­

l'indice dell'attività industriale, passato da 102.4

nel 1935. a 110.78 alla fine dell'aprile 1938. L'e­

quilibrio è perfetto.

Altrettanto deve dirsi della bilancia commerciale,

che segna un evidente miglioramento.

Infatti, nei primi nove mesi dell'anno, il disa­

vanzo della nostra bilancia commerciale si è ri­

dotto a sole 1.008.949 migliaia di lire, rispetto alle

2.435.327 migliaia del corrispondente periodo del­

l'anno scorso.

Un altro problema che non va mai perduto di vi­

sta, è quello dei rapporti fra costi e prezzi. In

materia le idee del Regime sono chiarissime. Se è

vero, perchè è l'evidenza stessa, che l'economia

programmata deve prescindere dalle tradizionali

idee liheriste sulla formazione dei prezzi, è altret­

tanto vero che è necessario, assolutamente indi­

spensabile che i vari prezzi speciali, protettivi di

singole industrie, concordino fra di loro e concor­

dino con tutti gli altri a costituire un sistema il

più possibile equilibrato.

Da questo punto di vista, dal punto di vista, cioè,

deH'equilibrio economico, acquistano un'impor­

tanza che «i rivela ogni giorno più decisiva le

norme corporative e, più ancora, gli accordi eco­

nomici collettivi stipulati fra le varie categorie

economiche, cui gli organi corporativi conferì*

scono, in base alla legge, valore obbligatorio. Si

riassume, in questa autodisciplina delle categorie,

il metodo corporativo per eccellenza, tanto che il

Duce definì, a suo tempo, l'accordo economico

come la « chiave di volta » di tutto il sistema.

Una splendida documentazione di quelli che sono

gli sforzi concordi del Partito, degli Organi Corpo­

rativi e di tutto il popolo dei produttori per rag­

giungere la vittoria ili questo campo, l'ha data la

Mostra «

Torino e TAutarchia

» inaugurata il 23 ot­

tobre da S. K. Achille Starace. Rassegna, questa,

degna veramente di essere segnalata all'attenzione

di tutti gii Italiani e che meritò alla Città Sabauda

l'ambito elogio del Duce e l'appellativo di «

pio­

niera dell'indi/tendenza economica

». Nel 1948.

centenario della prima guerra combattuta dagli

Italiani per l’unità e l'indipendenza del loro paese,

vedrà anche, a Torino, l'apertura di una grande

Esposizione Autarchica Nazionale.

Quel «

Primato

» che Gioberti additava alla co­

scienza degli Italiani in tempi difficili di crisi po­

litiche, sta diventando oggi, per essi, l'imperativo

categorico di ogui azione quotidiana. Raggiunta la

piena coesione nazionale, la piena indipendenza

politica ed una solidissima compattezza spirituale,

gli Italiani puntano decisamente non solo a sgan­

ciarsi da ogni servilismo economico; ma anche a

riconfermare al mondo il rinnovato prestigio della

Patria, e ad espandersi.

Il recento primato aereo di altezza, conquistato dal

ten. col. Pezzi, ed il solenne ritorno dei diecimila

volontari dalla Spagna, dove hanno lasciato tremila

morti, hanno consolidato ancora una volta il pre­

stigio morale nel mondo di questa Italia volitiva e

guerriera, generosa e potente. I ventimila coloni,

che il 29 ottobre XVII hanno salpato dai porti d 'I­

talia alla volta delle coste libiche per portare lo spi­

rito imperiale e la potenza di lavoro della Patria

fascista sulla Quarta Sponda, sono una nuova

espressione della volontà di espansione di questo

popolo di trasmigratori e di navigatori.

E. nello stesso tempo che il Regime inviava verso

quelle terre della quarta sponda africana il pre­

zioso contributo di quei ventimila rurali, destinato

a svilupparne formidabilmente l'economia, ecco

anche il premio alla fedeltà ed alla raggiunta ma­

turità spirituale e politica delle popolazioni vi­

venti in quelle terre. Con le deliberazioni prese

nella quinta riunione del G. C. F., le quattro

provincie della Libia sono entrate a far parte del

territorio nazionale. Secondo il costume romano,

l'impero si afferma e si potenzia oltre il mare,

attraendo nella giurisdizione amministrativa e ter­

ritoriale della Madrepatria le terre di conquista

che, per inconfutabili prove offerte, lo meritano.

Gli Italiani salutano commossi ed orgogliosi queste

nuove quattro provincie libiche: vasto e ricco lem­

bo di terra mediterranea ormai saldamente avvinto

alla marcia vittoriosa dell'Italia verso il suo lumi­

noso futuro.

lA p p A m ROMANO